Oggi ero curioso di vedere come i giornali sardi avrebbero trattato la notizia della scomparsa di Graziano Mesina.
Speravo che sarebbero stati misurati e giusti e, invece, come al solito, sono stati sguaiati e dozzinali.
Mesina fa vendere e vendere Mesina significa continuare a coltivarne il mito, il brand.
I quotidiani sapevano bene che non potevano celebrarlo e allora hanno fatto la finta; per non essere accusati di celebrazione, hanno dedicato pagine e pagine per raccontare tutto dell’uomo, il bene e il male, vestendo di apparente obiettività cronachistica non una celebrazione, ma l’ultimo rito di sublimazione, l’estremo saluto al divus Graziano.
Se fossi stato un direttore di giornale, avrei dato la notizia, in taglio basso, così: “È morto Graziano Mesina. Riposi in pace”.
Invece no, bisogna vendere, bisogna fare un po’ di epopea, bisogna rimettere in mostra le foto in bianco e nero, bisogna vellicare la pancia dei nuovi delinquenti, quelli che assaltano i blindati perfettamente coordinati come il plotone di un esercito, bisogna intonare s’attitidu, bisogna scaldare i cuori di chi sceglie il male con l’illusione di farlo solo per una volta, per sistemarsi, di chi si fa dominare dalla peggiore delle passioni demoniache, quella che prova piacere dal dominare e terrorizzare gli altri.
Ma infatti. Solo una cosa rimane da fare: dimenticarlo.
Lasciamo il legittimo ricordo ai suoi cari, non giudichiamoli, non condanniamoli, non assolviamolo.
Giudichiamo, condanniamo e NON assolviamo i media sardi, e anche quelli nazionali, che per “qualche euro in più” di copie svendute,continuano ad offendere la propria intelligenza per come costruiscono personaggi da dare in pasto a distratti lettori.
Non giudicare. Lo facciamo in morte per tutti. Almeno così a me hanno insegnato.
Facciamolo anche per lui, senza sentirci grandi e migliori perché non abbiamo rubato, ucciso, sequestrato e spacciato droga. Per chi crede c’ è un Dio e Lui giudica.
Riposa in pace Graziano
Ha sbagliato. Ha sbagliato tanto. Ha pagato. Ha pagato tanto. Possiamo dire che ha pagato più di ogni altro in Italia, dove collaboratori di giustizia, al cui confronto Mesina era un lattante ,oggi fanno mostre ? Per me avrebbe meritato di morire fuori. Solo umana pietà.
@A
…ma infatti, la regola giornalistica delle 3s (sangue, soldi, sesso) ha prodotto grandiosi risultati: https://imgur.com/a/dBx3Ajq
Così “grandiosi” nelle vendite dei giornali che tra poco in redazione cominciano a scavare per trovare lettori e chiudere i bilanci almeno in pareggio. Pare però che la lezione non sia servita, continuano a sfornare pagine a perdere. Chi sono quindi i pochi lettori che restano? Semplice, gli affezionati delle 3s, dai 60 anni in su, per lo più. E un buon numero di analfabeti di ritorno. Leggono, ma comprendono poco. I giornali continuano ad alimentare una deriva gossippara, che peraltro non produce utili. In Sardegna Nuova e Unione perdono mediamente dalle 2 ai 3mila copie all’anno, da almeno 10 anni a questa parte. Come se niente fosse. Mah…
Mesina? Per dirla con uno slang efficace, n’ommo ‘e mmerda. E sono i fatti, le intercettazioni a parlare. https://www.lanuovasardegna.it/regione/2013/06/11/news/mesina-boss-della-droga-le-intercettazioni-pagate-o-vi-uccido-1.7239135
Egregio, nessuna sorpresa che l’informazione (!!!) abbia questo taglio verso un personaggio che ha attraversato la storia del banditismo sardo. Trattasi di media mediocri a misura da Influencers che in Sardegna impazzano in ambito politico. Forse è il caso di rileggere la storia del rapimento Kassam (non ad opera di Mesina) che portò l’orgolese a pagare per lo sputtanamento delle istituzioni (sempre lì si torna) per capire tante cose. Le nebbie cagliaritane non si dissolvono mai. Saluti.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Sequestro_di_Farouk_Kassam
Davanti a Dio, ogni uomo sarà giudicato non per i suoi errori, ma per il cuore con cui ha vissuto e per come ha valorizzato i talenti ricevuti. Il giudizio umano, spesso affrettato e influenzato dal sensazionalismo, non ha lo stesso peso. Per noi sardi, ciò che conta davvero è la balentia: non quella gridata, violenta o spettacolare, ma quella silenziosa, dignitosa, fatta di coraggio onesto e rispetto profondo per la vita. Oggi, leggendo i giornali sardi, speravo in un saluto sobrio e rispettoso alla figura complessa di Graziano Mesina. Invece, ho visto pagine gonfiate di retorica, foto sbiadite e titoli che cercano di vendere più che di raccontare. Ancora una volta, la fama vince sulla misura. Si è persa l’occasione di chiudere un capitolo con sobrietà, senza alimentare miti ambigui. La verità non sta nella cronaca spettacolarizzata, ma nel silenzio della coscienza.
Graziano Mesina è morto, e con lui un pezzetto di quel folklore criminale che certa sinistra da salotto ha sempre amato scambiare per rivoluzione: quarant’anni di galera, più che un curriculum da bandito, un fallimento da detenuto professionista. Fa sorridere l’indignazione postuma di chi, in vita, non si è mai speso per i veri innocenti morti in cella—troppo impegnato a cercare il Che Guevara tra i latitanti.
mai avrei pensato che la nuova (il minuscolo è ovviamente voluto) avrebbe dedicato, oltre la prima pagina, ben OTTO pagine per la dipartita dell’emerito bandito Graziano Mesina. Che non sia un gran giornale è ovvio ma oggi ha superato il limite della decenza. Consiglio al direttore di proporre una statua in sua memoria da posizionare in P.zza Fiume al posto di quella di Costa…. (volendo si può lasciare anche quella di Costa).
Solo umana pietà. Per il resto ha sprecato tutte le occasioni
Bravo Professore hai dato voce al disgusto che da ieri trovo vedendo i telegiornali delle televisioni sarde e italiane. Quando muore un delinquente che ha ucciso rapinato, rapito, spacciato le peggiori droghe le sole parole che si possono proferire sono di conforto per i parenti e per le vittime dei suoi crimini
Gentile Maninchedda,
lei ha ragione, punto e basta. Un discreto “parce sepulto” sarebbe stato più che decoroso.
Ma sa cosa mi è venuto in mente? Il Rettore di un Ateneo sardo per il quale è stato chiesto il rinvio a giudizio “con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e associazione segreta presentata dal magistrato della Dda di Cagliari, Emanuele Secci, nei suoi confronti e di altri 33 imputati nell’inchiesta Monte Nuovo”, come si legge nell’Unione Sarda.
https://www.unionesarda.it/news-sardegna/sassari-provincia/inchiesta-monte-nuovo-il-rettore-di-sassari-non-mi-dimetto-dimostrero-la-mia-innocenza-qxjsw89x
Su INDIP sono uscite delle intercettazioni in cui il Rettore in questione definisce “amici con la A maiuscola” dei personaggi non propriamente raccomandabili della Sardegna centrale.
https://indip.it/le-intercettazioni-choc-del-rettore-mariotti-i-sequestratori-di-farouk-kassam-amici-con-la-a-maiuscola-da-invitare-agli-spuntini/?
Non mi risulta che i contenuti dell’articolo di INDIP – che usa virgolettati – siano stati smentiti. Mi risulta invece che il Rettore stia seduto al suo posto ben deciso a non dimettersi. E trovo anche singolare che abbia dichiarato all’Unione Sarda “Non mi dimetto, sono sicuro di poter dimostrare la mia innocenza. Mi dimetterò solo se me lo chiederà il Senato accademico, che già all’inizio di questa inchiesta mi ha manifestato la sua piena solidarietà, chiedendomi di restare al mio posto”. Sarebbe interessante vedere il documento del Senato Accademico in cui questa solidarietà è manifestata: c’è un solo giornalista che lo abbia cercato?
Dunque: avrà capito dove voglio andare a parare. Se il più alto rappresentante di un Ateneo sardo esprime simili idee, siamo sicuri ci si debba meravigliare che venga fuori la tentazione di santificare o celebrare Mesina?
Con tutto quello che hanno guadagnato con Messina nei decenni (chi soldi e chi carriere, e non solo i giornalisti) i 2 giornali sardi dovevano uscire listati a lutto e senza altre notizie.
Ecco perché non diventerà mai un Direttore di giornale…
83 anni di vita di cui 60 in carcere. In mezzo ventidue tentativi di evasione di cui dieci riusciti. E poi traffico di droga e, soprattutto, sequestri di persona. Non c’è altro da aggiungere
Il Male distrae. E gli uomini del nostro tempo non sanno come porre argine al vuoto quotidiano, perche’ non riescono a problematizzarlo.
Le Vittime sono sempre gli altri e il piacere e’ quello di ascoltare Favole. Ora non vorrei estremizzare ma da poco mi e’ capitato di partecipato a un discorso sul Muto di Gallura perche’ la rete Rai aveva trasmesso il film: ed era TUTTO un appassionarsi alle gesta di costui. Ben settanta omicidi, uno piu’ efferato dell’altro; insomma una Gaza in terra di Gallura.
Ebbene ho chiesto chi conoscesse Sabin e quale opera avesse svolto. Silenzio! E’ un attore? E’ un uomo Politico della Storia? E’ un atleta di qualche disciplina Sportiva? NIENTE . Buio.
E cosi in ogni ambito. E la Leopardata De Crescenzo vuole il Ministero della Cultura
Nulla di nuovo sul fronte occidentale….come farebbe altrimenti la politica a celebrare gli atti delinquenziali dei colletti bianchi fingendo di ostacolarne le azioni e restare ancora nei cuori dei “likers” (strana assonanza con lecchini)?
Oggi va in scena un’atto altamente delinquenziale e simbolico: un Marchese di un Grillo (la maiuscola non è casuale) si fa beffe della politica (la minuscola non è casuale) che ha finto in tutti i modi di porre un freno alle sue azioni, dovendosi però “fermare di fronte alla sua autonomia” e dunque distruggiamo da dentro la sanità pubblica nella suo cuore pulsante regionale, fingiamo di difenderla buttando una manciata di milioni (1.000.000.000€) in un’ologramma di finanziaria per acquistare prestazioni dai privati (che stanno aspettando solo questo, curioso il recente sbarco degli Unni della sanità venuti dal nord, dopo quello dei padroni romani, celebrato in pompa magna dal giornalino sassarese, leggi IEO e Policlinico Gemelli), ma lasciamo in pace il grande …..one, del resto lui è lui e noi non siamo un “razzo”, e progettiamo per lui un futuro dorato nonostante tutto. Mettiamo in atto la vecchia politica del promoveatur ac amoveatur per abbindolare i gonzi che così al prossimo giro non ci puniranno nelle urne.
Mai una morte di un delinquente fu così utile ad occupare tutte le prime per mettere in terzo piano la povera gente che soffre.
Grazianeddu val bene un Marchese.
Una mia ex che è un’autorevole penna di “Repubblica” mi disse che per vendere i giornali bisogna rispettare la regola delle “3S”: Soldi, Sangue, Sesso.
Raccontare di Mesina ne racchiude almeno due.
Riposi in pace.