Non tutti hanno notato che il Ceo di Lufthansa ha dichiarato che bisogna liberare i cieli dell’Italia da Ryanair. Ma se poi è Stefano Cingolani a riprendere l’argomento (su Il Foglio), allora i Sardi devono drizzare le antenne. Perché, e questo è il punto, finalmente si scrive che non solo la Sardegna, ma anche l’Europa è schiava delle ossessioni del Commissario Europeo alla concorrenza Margrethe Vestager, con la sua idea che il vantaggio del consumatore stia nella maggiore concorrenza tra i vettori. Quindi, più vettori ci sono, secondo lei, meglio sarebbe. Cingolani dimostra che non è vero, che non è il numero dei vettori a garantire il miglior servizio, quanto invece le regole che disciplinano il mercato. Musica per i Sardi (quelli attenti, quelli che sanno che i Trasporti non sono un problema di logistica, ma di Diritto). Sempre Cingolani avverte che il problema sono gli slot per Linate e per Malpensa. Interessa? Direi di sì, la battaglia tra Ita, Lufthansa, Ryanair ci riguarda eccome, ma bisogna esserci.
Suggerisco ai dipendenti de La Nuova Sardegna il ritratto patinato che Il Foglio ha fatto del loro editore, Leonardis, perché ne vien fuori il profilo di un imprenditore ricco, con società in attivo, prontissimo a nuovi investimenti, capace di attrarre capitali sui suoi business, insomma uno che non avrebbe alcun bisogno di mandare giornalisti in pensione in anticipo, ridurre all’osso il personale ecc. Quando i ricchi si incensano a vicenda, qualcosa non va.
Ieri, Marco Travaglio su Il Fatto Quotidiano ha parlato di tragicomica legge sulla presunzione di innocenza. Ok. Abbiamo conferme della linea del Fatto Quotidiano.
Oggi Aldo Grasso sul Corriere della Sera commenta il decreto con cui il vescovo Marco Salvi ha stabilito che nelle visioni dell’autoveggente Gisella Cardia non vi è niente di soprannaturale, cioè che sono un imbroglio. Il testo di Grasso è, come di consueto, acidissimo, ma ha una conclusione che merita di essere ripresa e segnalata: «Negli ultimi anni abbiamo visto leader che si comportano come Gisella Cardia, ottenere consensi insperati, salvo poi perderli appena giunti al potere, come se la credulità fosse l’omaggio che il vizio degli sprovveduti paga alla virtù della democrazia. La politica è piena di miracolati che promettono miracoli, senza che un vescovo ponga uno stigma: constat de non supernaturalitate».
Raimondo Cubeddu è un filosofo conosciuto da pochi in Sardegna. È nato a Seneghe nel 1951. È stato professore di Filosofia Politica nell’Università di Pisa. È conosciuto da chi è appassionato del pensiero liberale. Di lui ho letto alcuni vecchi saggi (Storicismo e razionalismo critico : il problema della conoscenza nelle scienze storico-politiche, 1980; La Chiesa e i Liberalismi, 2012; L’ombra della tirannide. Il male endemico della politica in Hayek e Strauss, 2014). Nel 2023 ha pubblicato Epicureismo e Individualismo. Per una storia della filosofia politica, Rubbettino. Il libro ha un solo difetto: costa troppo, la bellezza di 44 euro (ma già lo si trova scontato a 41). Cubeddu è un grande studioso della scuola austriaca (Hayek, Menger ecc.), cioè di gente collocata a Destra nella geometria del pensiero schematico italiano. Io l’ho letto perché attratto dalla sua ossessione per la tesi delle radici spontanee delle istituzioni sociali (si chiama inintenzionalità delle istituzioni sociali), che è come dire che il diritto non è un processo storico tout court, ma che lo è perché è un fatto in primo luogo naturale, è una soluzione a un problema naturale (non farsi reciprocamente del male). Questo libro, l’ultimo, ruota intorno alla Epistula ad Erodotum, una delle tre complete di Epicuro giunte fino a noi. Ho mangiato il libro. Non ne sono rimasto sazio, perché cercavo una conferma a un lavoro che sto facendo da anni e non l’ho trovata, e cioè il legame tra l’idea di libertà europea (che è un’idea per nostra fortuna individualista e non ‘branchista’ e la rappresentazione del piacere, che è un’esperienza centrale nell’esistenza umana). Il piacere è naturale, ma l’elaborazione europea del piacere, la sua rappresentazione direbbe Schopenhauer, è alla base di una diversità dell’Europa di cui dovremmo andare fieri. Ma il libro di Cubeddu nutre, eccome se nutre.
Vale sempre l’anagramma Marco Travaglio = Macro Volgarità.
Grazie, un consiglio perfetto