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Un nuovo manuale gratuito sulla Sardegna

Posted on 26 Febbraio 20234 Marzo 2023 By Paolo Maninchedda 23 commenti su Un nuovo manuale gratuito sulla Sardegna

Unicapress, la casa editrice della Università di Cagliari, ha pubblicato il primo manuale della collana Sardiniae memoria.
Si tratta dell’opera di Luciano Carta dedicata al Settecento sardo e alla rivoluzione di Giovanni Maria Angioi (per semplificare). L’unico precedente risale ormai a cinquant’anni fa, ad opera di Carlino Sole, e non disponeva della documentazione emersa dalle ricerche e dalle pubblicazioni degli ultimi trent’anni.
Il volume è liberamente accessibile e gratuito.
Può essere scaricato da chiunque, perché si colloca nella politica editoriale della mia università che sta investendo moltissimo nell’open science e nell’open access, cioè nell’accesso gratuito e libero alla ricerca, specie se questa è finanziata da risorse pubbliche o, come in questo caso, da finanziamenti di istituzioni, come la Fondazione di Sardegna, che fanno della promozione della cultura e del sapere libero e accessibile uno dei propri obiettivi principali.

Ho pensato che fosse utile suggerire questa lettura, perché la struttura politica del Settecento sardo, con i suoi trasversalismi, le sue zone d’ombra, le sue convenienze e le sue apparenze, è ancora capace di fornire utili modellizzazioni per capire questi nostri attuali tragici, opachi e tristissimi giorni.

Cultura, Politica, Storia, Vetrina

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Comments (23) on “Un nuovo manuale gratuito sulla Sardegna”

  1. angelo ha detto:
    27 Febbraio 2023 alle 00:37

    egregio Mauro
    se non ci fosse questo blog non avrei modo di venire a conoscenza di tanti fatti e circostanze della vita politica e amministrativa (ma non solo) che, in maniera documentata e puntuale, vengono riportati e resi noti grazie all’autore.
    a me mancano gli strumenti per arrivare a queste informazioni, vuoi per cultura che per esperienza, quindi è un lavoro che mi viene risparmiato e che trovo molto utile, lo dico senza piaggeria per il professore
    l’aggettivo “livoroso” lo trovo inappropriato, perchè sa di manicheo e preconcetto, e mal si addice ad affermazioni che, al contrario, compaiono sempre circostanziate e documentate in modo certosino
    fare l’opposizione, (seriamente, non col gomito appoggiato al bancone del bar) deve essere un lavoro duro e pesante, specialmente quando non ha altra contropartita che l’amore per la verità e per la nostra Nazione

  2. Mario ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 20:09

    Un’anzone cun sa “y”, o cun sa “j” o cun sa “i” tiat pàrrere ispecializatzione de pastores, ca pesant anzones (si sunt perbegarzos).
    Ma namus chi de gustibus et alia non disputandum e si est a “rispettare” sa “stória” e su chi ant fatu medas o fintzas sos prus… ojamomia ita dannu! Isperamus ebbia chi pro una “y” o pro una “j” o pro una “i” no s’istrópiet neunu.
    Sos Sardos però semus gai pretzisos (candho no faghimus a “tutto fa brodo”, a “totu est su matessi”, a “su chi est trinta faghet baranta” e gai sighindhe de “tolleranza” in “tolleranza”) chi semus capatzos de nos pèrdere in un bicchiere d’acqua e sigomente bi at pagu logu nos brigamus puru.
    Ma su sambenadu de Zommaria (custu a sa bonesa), Giommaria (a sa campidanesa e fintzas in mesania) est de Angione sa variante campidanesa Angioni , e iscritu puru chentza una /n/ ca una parte manna de campidanesu la pronúntziat nasale e a chie at iscritu (segundhu a ite fit pessendhe e comente iscurtendhe e zughiat origras pro iscurtare) li pariat chi tra sa /o/ e sa /i/ no b’aiat nudha: ant iscritu Angioy, Angioj, Angioi e, pro no faedhare de àteru, chi più ne ha più ne metta… Tantu… melius abundare quam deficere…

  3. Paolo Maninchedda ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 18:00

    Acide e livorose? Gadamer ha insegnato a tutti che ogni lettore legge i testi a modo proprio, spesso al di là delle intenzioni, implicite e esplicite, degli autori. Io faccio opposizione a questa Giunta, a questa politica e spesso a questo mondo. E sono figlio del metodo critico, cioè della sorveglianza razionale di se stessi e delle proprie analisi. Sbeffeggio, a volte, questo è vero, ma lo faccio per reazione all’accondiscendenza dilagante.

  4. Mauro ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 16:46

    Egregio Professore, non intendevo certamente superare in curva un valente filologo. La mia, ci creda o no, era una provocazione, pur partendo dal dato che Angioy è la “versione” più diffusa e che pure Luciano Carta utilizza.
    La preferisco in queste vesti culturali – per quanto le possa interessare meno di zero – rispetto a quelle, a volte eccessivamente acide e livorose, con le quali castiga una politica regionale in stato parossistico.
    Non mi fraintenda: il quadro è desolante ma, sinceramente, non tanto per Chessa, i Giganti, il computer o il cane di Solinas. Queste sono analisi tipiche alla Svetonio. Io preferisco Tacito e Sallustio. Capirà bene che cosa voglio dire. Altri lettori non capiranno, e pazienza, ma lei si.

  5. Paolo Maninchedda ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 16:27

    Caro Mauro, sapevo che qualcuno avrebbe contestato la mia scelta, fatta di proposito per giocare a fare un po’ di filologia. Tu stesso proponi due opzioni, con y o con j, evitando la terza con i. Perché? Se il criterio è la forma con la quale troviamo il nome nelle diverse fonti, va detto che sono presenti tutte e tre. Non a caso nel 4 volume dell’edizione degli Stamenti del periodo rivoluzionario (Acta Curiarum Regni Sardiniae, L’attività degli Stamenti nella “Sarda rivoluzione”, a cura di Luciano Carta, Cagliari, Consiglio Regionale della Sardegna-Edicos, 2000), nell’indice dei nomi, vengono riportate entrambe le forme Angioy/Angioi. E allora, come regolarsi? La storiografia ha fatto prevalere Angioy e così è giunto fino a noi. Ma se dovessimo essere precisi nel regolarizzare i testi italiani secondo la norma italiana dovremmo scrivere Angioi. Nel primo caso la nostra predilezione andrebbe a una grafia ispanizzante, nel secondo a una grafia italiana standardizzata. E questo è il dilemma dell’uso scritto del sardo: la predilezione ispanica per ostilità alla supremazia italiana attuale. La filologia ci rimanda spesso alla politica e ai suoi simboli di cui spesso non si è consapevoli.

  6. Mauro ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 13:48

    Angioy o Angioj NON Angioi.

  7. Gianni B ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 12:40

    Grazie, bella iniziativa e giusto riconoscimento, da parte vostra, a colui che – a mio avviso più di chiunque altro – si è speso con i fatti per un ideale di Sardegna libera. Lo leggerò sicuramente con interesse.

  8. Luigi Sannia ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 11:11

    Grazie Paolo e Luciano. Complimenti.

  9. giuseppe+mariano+delogu ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 11:03

    Ottima iniziativa, grazie

  10. Pino Cìulu ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 10:05

    Complimenti e Auguri. Luciano
    Un caro saluto
    Pino Cìulu
    *********************

  11. P.+Paolo ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 09:59

    Grazie Paolo…

  12. Pierpaola Isoni ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 09:42

    Grazie professore

  13. Angelo ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 09:32

    Grazie Paolo

  14. Lorenzo ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 09:28

    Grazie

  15. Mario ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 09:13

    Grazie Paolo

  16. Mario ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 08:48

    No ponzemus límites o trobeas a su ischire e a s’istúdiu.
    Ma a mie za mi paret chi sos Sardos nos faghimus menzus “topi di biblioteca” chi no afrontamus su presente cun totu chi ndhe ischimus e ndhe podimus ischire meda de prus e prus seguru, si no nos semus fatos a “dotti ignoranti” pro su tempus de sa responsabbilidade e libbertade nostra personale e colletiva.
    No isco si Erich Fromm la tiat definire “fuga dalla libertà” custa ‘passione’ (passione!!!) ‘intellettuale’ de medas Sardos.
    Ma a pàrrere meu za est a fuire e menzus sighimus a… passionare.
    Sardigna unu logu de zente fuida e fata fuire, emigrada de su logu a unu logu, e de su tempus a unu tempus.
    Ia a nàrriri ca seus iscallaus e a iscallamentu… accelerato.

  17. Bruno Farina ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 08:34

    Grazie

  18. marco manca ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 08:31

    Grazie Paolo.

  19. ANTONIO IGNAZIO LADU ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 08:30

    Grazie

  20. Antonello ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 08:08

    Grazie

  21. Gian Piero ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 07:51

    Grazie!

  22. Nicolino falchi ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 07:40

    Grazir

  23. Enrico ha detto:
    26 Febbraio 2023 alle 07:35

    Grazie!

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