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La trasparenza oscura

Posted on 9 Novembre 20199 Novembre 2019 By Paolo Maninchedda

Il Fatto Quotidiano nei giorni scorsi ha pubblicato un servizio sui consulenti degli Uffici di Gabinetto della Giunta Solinas, dimostrando di aver preso visione dei curricula e degli atti di nomina. Mi sono chiesto dove li avesse trovati. E qui comincia il bello.

Durante la Giunta Pigliaru, i membri dei Gabinetti erano elencati, con relativi curricula, sotto la voce Titolari di incarichi di amministrazione, di direzione o di governo di cui al dlgs n. 33/2013. La legge citata prevede la pubblicazione dei nomi e dei curricula dei capi di gabinetto, dei consulenti e dei segretari particolari.

Se si va oggi sul link di riferimento, che è questo, si trovano ancora i dati dei vecchi gabinetti, segno evidente che la sentenza della Corte Costituzionale che ha cassato il comma 1 bis dell’art. 14 del Dlgs 33/2013, non esenta dalla pubblicazione dei dati dei Gabinetti, diversamente anche i dati dei membri dei Gabinetti pregressi dovrebbero essere oscurati.

Insomma, nel sito Amministrazione trasparente i curricula di Capi di Gabinetto, segretari e consulenti attuali, non ci sono. Ma Il Fatto Quotidiano li ha comunque trovati.

Dove?

Sotto una voce diversa, eccola qui: Consulenti e collaboratori.

E questa, bisogna riconoscerlo, è una trovata del genio italicamente configurato.

L’Amministrazione regionale non si sottrae all’obbligo di pubblicazione degli atti, ma li pubblica dove nessuno immagina che vengano pubblicati, secondo un’antica regola dei Servizi segreti che insegna che per nascondere un documento basta archiviarlo nel posto sbagliato.

Quindi, riepilogando: la Giunta Pigliaru ha pubblicato tutto in modo che tutti potessero controllare, leggere e verificare; l’attuale Giunta, invece, invita a una sorta di caccia al tesoro, perché il genio che ha progettato questo labirinto amministrativo l’ha pensata davvero bella.

Se si clicca su Consulta i dati su consulenti e collaboratori per il 2019, non si viene indirizzati a una pagina dove siano in bella mostra le composizioni dei Gabinetti della Giunta regionale della Sardegna.

No, si viene indirizzati sul motore di ricerca dell’Anagrafe delle prestazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana.

Dopo di che, per vedere gli Atti della Regione Sardegna relativi ai Gabinetti della Regione Sardegna, bisogna andare su un sito della Repubblica italiana e conoscerne già la composizione per cercarne i componenti per nome. Una parte dei nomi si trovano qui.

E che cosa si può dire? Che la Sardegna non faccia parte dell’Italia? Che forse i segretari, i consulenti e il Capo di Gabinetto dell’assessore non siano suoi collaboratori? E certo che non si può dire, ma qui è importante che non lo si possa leggere con evidenza. Per leggerlo bisogna concoscerne i nomi prima e andare a cercarli negli archivi della Repubblica italiana.

Non c’è niente da commentare; le cose, spesso, si commentano da sole.

Io resto comunque dell’avviso che nessun consigliere regionale possa essere nominato nei Gabinetti prima che siano trascorsi due anni dalla cessazione dell’incarico, che nessun debitore della Regione possa essere nominato in questi ruoli e che tutte le incompatibilità e le inconferibilità del passato siano ancora vigenti, ma magari, da pochissimo, è stata varata una legge che consente tutto e di più. Oppure no, e allora siamo di fronte all’ennesima conferma che si vive in un Paese pericoloso e ingiusto.

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