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I banchieri sono i nuovi banditi

Posted on 1 Dicembre 20137 Dicembre 2013 By Paolo Maninchedda 3 commenti su I banchieri sono i nuovi banditi

banchiereI banchieri sono i nuovi banditi.
Nel corso del 2012 le banche hanno tagliato alle imprese italiane 44 miliardi di euro di finanziamenti. I banchieri si sono incamerati gli aiuti di Draghi, ma non hanno restituito nulla al paese. (…) Hanno negato agli imprenditori veri le risorse indispensabili per produrre, esportare, assumere. Con delle eccezioni, però. Ne ricordo una, molto significativa (..) Il personaggio in questione, Marco Tronchetti Provera, è un tipico capitalista all’italiana, di quelli che fanno parte del “salotto buono”. Ha combinato guai grossi, ma casca sempre in piedi. Con l’aiuto di chi? Ecco come il giornalista Alessandro Penati riassume gli ultimi episodi: “Lo hanno salvato dall’avventura in telecom; gli hanno finanziato e rifinanziato i tanti debiti dell’immobiliare e delel sue hoding di controllo; lo hanno mantenuto in sella a Pirelli con un patto di sindaccato. Ora [2013] le banche (Intesa e Unicredit) investono pure 230 milioni di capitale in una scatola, non quotata, al solo scopo di permettere a Tronchetti di comandare per altri quattro anni”. (…) Ecco una delel ragioni per cui in Italia il mercato immobiliare è fermo. I mutui per i lavoratori dipendenti come me, in Italia scarseggiano. Bisogna aiutare Tronchetti a mantenere il suo potere”

Non lo dico io; non l’ho scritto io. Lo scrive e lo dice Federico Rampini. Ci credete di più?

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Comments (3) on “I banchieri sono i nuovi banditi”

  1. admin ha detto:
    2 Dicembre 2013 alle 07:34

    Ho capito Sergio: too big to fail or too big to jail!

  2. Sergio ha detto:
    1 Dicembre 2013 alle 19:40

    Caro Paolo,
    sono tanti i casi di finanziamenti enormi concessi dalla banche a imprese oggi in difficoltà. Ad esempio, quelli che hanno investito in immobili (Zunino, ecc., ecc.).
    Sono talmente esposti (miliardi di euro) che – le banche – hanno tutto l’interesse a mantenerli in piedi. Sperando in tempi migliori (per i loro crediti…).

    Gli impreditori veri, quelli che rischiano in proprio, oggi trovano solo porte chiuse. Niente credito, niente affidamenti su fatturati o in alternativa costo del denaro al limite dell’usura.

    Poi dalle banche ti senti dire che anche loro sono imprese…
    in un mercato oligopolistico regolamentato per legge (quella bancaria…). Un mercato chiuso ad una concorrenza vera.

    Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro? Che anche le imprese, quelle che rappresentano la struttura vera del sistema produttivo italiano, vadano all’estero per non rientrare più…

    Sergio

  3. Antonio ha detto:
    1 Dicembre 2013 alle 19:29

    Caro paolo, ****** rappresenta il classico prenditore italico, un fallito che viene da sempre foraggiato. Io sono schifato quando qualcuno parla di imprenditoria e fa intervenire il marito di **** e i predatori di alitalia. Un altro bell’esempio di come si può fare il prenditore con i nostri soldi.

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