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Turismo: una legge o un feudatario?

Posted on 1 Ottobre 20192 Ottobre 2019 By Sandro Usai

La legge regionale n. 16/2017 sul turismo è davvero nata male.

Accompagnata da molte polemiche, la legge ha visto la luce durante il mandato della Giunta Pigliaru ed è stata voluta fortemente dal centrosinistra dopo una lunga trattativa con il centrodestra.

Diciamocelo subito. La legge è praticamente inapplicata a parte il punto lo IUN (Identificativo Unico Numerico) valido per una parte delle strutture extra alberghiere.

La Giunta Pigliaru e l’assessora Barbara Argiolas hanno tentato, forzando parecchio le cose (vedi precedente articolo http://bit.ly/2mmGa7k), di far nascere il soggetto giuridico che doveva avviare la Destination Management Organization (DMO) e, secondo le intenzioni, affidargli anche parte delle attività dell’Osservatorio del Turismo (art. 8). Sempre la Giunta Pigliaru è riuscita a presentare il Piano Strategico sul Turismo che in un precedente articolo ho definito illegittimo (http://bit.ly/2mrthJk) per via del percorso approvativo che ha eluso quanto previsto dall’articolo 5 della Legge. 

Poi è arrivata la Giunta Solinas con l’assessore competente, Gianni Chessa, che si comporta come una testa d’ariete, demolendo la DMO progettata dalla precedente Giunta e riducendola a un mero ricordo.

Insomma, il tema del turismo in Sardegna è sempre materia controversa e non si riesce a trovare l’impostazione corretta per avviare le azioni necessarie e quelle previste dalla Legge regionale.

È notizia di ieri che Gianni Chessa ha ribadito, durante l’audizione in Commissione attività produttive del Comune di Cagliari, la sua contrarietà alla DMO regionale in forma societaria. “Meglio investire i soldi stanziati operando con strutture interne all’Assessorato”, ha affermato l’assessore.

Allora ci viene spontanea la domanda: Assessore, con quale modalità organizzativa prevede di avanzare le sue idee per il turismo? Se la DMO non va bene per via dello schema by Barbara Argiolas, come pensa di operare per rispettare l’articolo 7 della Legge?

Assessore, ci ripensi. Il problema non è lo strumento ma il suo posizionamento. 

La DMO, se costituita, può operare ovunque tranne che all’interno della macchina burocratica-amministrativa dell’assessorato già in affanno per soddisfare i compiti assegnati.

Se vuole cancellare la DMO vada in Consiglio regionale e sottoponga ad approvazione la modifica del testo così si potrà affermare che non la DMO ma la Legge sul Turismo sarà morta. 

Politica, Turismo Tags:DMO, IUN, turismo

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