L’argomento del giorno è dato dalle dichiarazioni rese ieri, nell’Aula del Consiglio regionale della Sardegna, dalla Presidente Todde.
Le trovate qui, più o meno parola per parola.
Da giovane, ho fatto il ghost writer per un uomo politico, buono di cuore e svelto di mente, e se fossi stato incaricato di scrivere le dichiarazioni di ieri di My Dear avrei seguito questa scaletta: «Egregi colleghi, sono stata colpita da un provvedimento di decadenza dal quale mi difenderò nelle sedi opportune. Qui, in quest’aula credo solo di dover dire di essermi comportata sempre in buona fede, che se ho sbagliato l’ho fatto senza dolo e che dunque la decadenza mi pare un provvedimento eccessivo. Ciò nonostante, sono pronta ad assumermi ogni responsabilità che gli organi competenti vorranno attribuirmi. Resta un punto: fino a sentenza definitiva io combatterò, in tutte le sedi, e, nel frattempo, porterò avanti il mio programma di governo. Ed è su questo che ho voluto riferire all’Aula. Nei prossimi mesi è urgente provvedere a…» (Se My Dear ha piacere di reclutarmi, sono disponibile gratuitamente, a patto che licenzi la pletora di dossieranti che ha in Presidenza e devolva al Banco Alimentare o alla Associazione Villa Chiara di Olbia o all’Ospedale Bambino Gesù di Roma o all’Associazione Italiana contro le Leucemie-Linfomi Mieloma l’intero importo delle retribuzioni dei consulenti inutili).
Invece, in un discorso che ha tante tracce ‘romane’ e solo qualche tono del rancore tipico sardo, la Todde ha fatto una scelta diversa, errata e pericolosa.
Tatticamente l’Elevata ha scelto la gazzarra e un attacco senza precedenti, con accuse gravissime, rivolto al Collegio di Garanzia Elettorale, il cui contenuto principale è il seguente:
«Oggi sono qui, dinanzi alla massima assemblea del Popolo Sardo, in una seduta del consiglio statutaria, per riferire su una vicenda che vuole stravolgere, attraverso un procedimento amministrativo, l’essenza stessa del governo regionale, modificando il risultato elettorale, e quindi il voto espresso dai cittadini sardi, dopo meno di un anno dall’insediamento della giunta della nostra maggioranza».
E ancora:
«Il provvedimento del collegio regionale di garanzia elettorale, su cui mi soffermerò in seguito, non riguarda me sola ma l’intera forma di governo della Regione Sardegna: gli Assessori, i Consiglieri di maggioranza e di minoranza e, fatto ancora più grave, riguarda tutti i cittadini Sardi, sul loro inviolabile diritto, in quanto cittadini, di votare e di affidare al Governo regionale che hanno democraticamente e liberamente eletto, la guida della Sardegna sino al 2029».
Solo dei retori dilettanti possono pensare di attenuare la portata di accuse di questo tipo scrivendo che una “vicenda”, su cui la Presidente riferisce al Parlamento della Sardegna, sarebbe responsabile di una strategia, già in atti, che mira a “modificare” gli esiti di una elezione popolare. Non basta sostituire “vicenda” con “provvedimento” per evitare che si comprenda e si dica che la Presidente ha accusato il Collegio di Garanzia elettorale (come oggi giustamente fanno entrambi i quotidiani) di aver attaccato i diritti politici dei sardi. L’accusa è grave, è un’accusa di eversione (che cosa significa, altrimenti, voler modificare il risultato elettorale?) anche perché al collegio viene negata, nell’intero ragionamento, la buona fede.
Lo scopo è chiaro, a mio avviso: alzare una cortina fumogena così densa e fitta, quella dello scontro tra l’ordinamento democratico e il golpe elettorale perpetrato dal Collegio di Garanzia, da sviare ogni ragionamento sul merito della vicenda, svolto in punta di diritto. L’obiettivo è creare un certo clima intorno al Tribunale di prima istanza chiamato a decidere.
Ovviamente, queste strategie funzionano solo se, da un lato sono accompagnate da una versione dei fatti alternativa a quella che è negli atti del Collegio di Garanzia, e dall’altra se si riesce a far diventare la vicenda un caso nazionale da doverne trasferire gli esiti nelle nebbie romane. Insomma, la Todde si sta già preparando all’appello e vuole che esso si svolga a Roma in un contesto di tensione politica tra istituzioni dello Stato, una tensione così forte da richiedere una soluzione politica e non giuridica.
Sulla versione dei fatti fornita dalla Todde tornerò domani (perché ha dei tratti così illogici da meritare un esame severo), ma intanto un effetto di questa sofisticata strategia della tensione c’è già stato: un attimo dopo la conclusione delle dichiarazioni in Aula della Todde, su Whatsapp ha cominciato a girare il file, fino a ieri posseduto da pochissimi e non pubblicato, del ricorso presentato dalla Todde al tribunale di Cagliari. Il messaggio è stato chiaro a tanti: “Badate che la Todde ha trasferito in Aula i contenuti del suo ricorso, cioè ha voluto politicizzare il procedimento. Solo chi ha questo obiettivo, trasferisce in sede politica le strategie processuali”.
Tuttavia, chi come me si è occupato per mestiere di scabrose vicende giudiziarie (come l’omicidio della baronessa di Carini, l’omicidio del viceré Camarasa, il sequestro e omicidio di Aldo Moro, la detenzione omicida di Gramsci e le sue carte) capisce anche un’altra cosa: l’entourage della Todde, quello costruito a testuggine, quello che ha fatto diffidare la presidente di tutto e di tutti, quello che è responsabile degli ostracismi verso chiunque dissenta, ebbene questo gruppo di custodi del fortino e del sarcofago politico di My Dear è infiltrato dagli oppositori, perché sempre e puntualmente dalla presidenza filtrano carte dannose per la presidente.
Avete una Talpa, My Dear, è animata da valori democratici e dunque per voi è un pessimo cliente, perché non è libera, ben dissimulata e non in vendita.
Vorrei tornare anche sulla questione che riguarda l’inquadramento del Collegio di Garanzia Elettorale.
La strategia difensiva della Todde e dei suoi legali nel definire il Collegio di Garanzia Elettorale un organo amministrativo invece che giurisdizionale ha un obiettivo chiaro: delegittimare la sua competenza a emettere una decisione vincolante sulla decadenza.
È ovvio che il loro è un tentativo ridicolo di spostare la competenza.
Se il Collegio fosse un organo amministrativo, le sue decisioni sarebbero meramente gestionali e quindi impugnabili davanti alla giustizia amministrativa (TAR o Consiglio di Stato).
Se invece è un organo giurisdizionale, le sue decisioni sono definitive e vincolanti, e l’unico modo per contestarle è tramite i ristretti canali previsti per le sentenze di organi giudiziari.
Inoltre, è palese un attacco alla legittimità della decadenza.
La Todde è decaduta in base a un provvedimento di un organo che ha natura giurisdizionale. Se riuscisse a farlo passare come un atto amministrativo, potrebbe sostenere che la decisione non è definitiva e che esistono margini più ampi per impugnarla e ottenere una sospensiva.
Aggiungo che vogliono (la Todde con tutto l’entourage di legali e sodali) creare confusione giuridica.
L’obiettivo potrebbe essere quello di seminare dubbi sulla competenza del Collegio di Garanzia, in modo da allungare i tempi del procedimento e guadagnare margine politico.
Ma questa impostazione è corretta?
No, e il motivo è chiaro:
la Corte Costituzionale ha già più volte confermato che i Collegi di Garanzia Elettorale presso le Corti d’Appello sono organi giurisdizionali, in quanto decidono su questioni di diritto elettorale con effetti definitivi.
Anche la Cassazione ha ribadito che le decisioni di questi Collegi non sono impugnabili davanti al TAR, proprio perché non sono semplici atti amministrativi.
La stessa legge prevede che questi Collegi operino con procedure tipiche degli organi giurisdizionali, come la valutazione di prove e la produzione di atti motivati.
Quindi, in definitiva, la Todde e i suoi legali stanno cercando di riscrivere la natura del Collegio di Garanzia Elettorale per indebolire la decisione di decadenza. Tuttavia, questa impostazione cozza con la giurisprudenza consolidata e rischia di essere solo un tentativo disperato di prendere tempo.
Il Tribunale Civile di Cagliari, respingendo la richiesta di sospensiva avanzata dai legali della Todde, ha deciso di non bloccare gli effetti dell’ordinanza del Collegio di Garanzia Elettorale, che ha dichiarato la sua decadenza e imposto una sanzione amministrativa di 40.000 euro.
Cosa significa nel merito questa decisione?
L’ordinanza di decadenza e la sanzione restano efficaci – Finché non si arriva a una decisione definitiva sul ricorso, la Todde resta formalmente decaduta dal ruolo di consigliera regionale, e quindi da presidente della Regione, a meno che non vi siano altri interventi sospensivi di grado superiore.
Il Tribunale non ha ravvisato elementi per un blocco immediato – La sospensiva si concede solo in caso di gravi danni irreparabili o di evidente illegittimità dell’atto impugnato. Il fatto che il Tribunale abbia respinto la richiesta suggerisce che l’ordinanza di decadenza non è apparsa manifestamente infondata o che il danno paventato dalla Todde non sia stato ritenuto tale da giustificare un congelamento della misura.
Rafforza il peso della decisione del Collegio di Garanzia – Questo esito rappresenta una prima conferma della validità giuridica dell’ordinanza, che viene così lasciata in vigore.
Il ricorso principale va avanti, ma senza effetti immediati – La Todde e i suoi legali possono continuare la battaglia legale per far annullare l’ordinanza, ma nel frattempo le conseguenze della decadenza restano operative.
Quindi, la decisione del Tribunale è un duro colpo per la difesa della Todde, perché significa che la sua permanenza alla guida della Regione è ancora più traballante. Se non otterrà un ribaltamento della decisione in tempi brevi, il suo mandato potrebbe concludersi forzatamente prima del previsto.
Conte su Meloni a proposito del caso Almasri:
“Meloni non sei sopra la legge. Sei in una democrazia. Ricomponiti!”.
Conte sulla Todde a proposito della sua decadenza:
“Le ho consigliato di denunciare i giudici del collegio”.
Ecco la cialtroneria dei cinquetasche: due pesi e due misure secondo convenienza (la loro)!
Egr. Prof.
La “miracolata dal voto disgiunto” afferma che la democrazia , sarebbe la sola sconfitta se lei venisse dichiarata decaduta ! E cosa dovrebbe dire quella maggioranza di sardi che hanno subito l’ oltraggio,da una norma di legge elettorale insensata , da essere relegati a minoranza solo perché quei soliti 3000 cagliaritani hanno votato centro dx con la testa , ma con la pancia hanno scelto candidato alla presidenza, un 5S!! E cosa si dovrebbe dire di chi, per una poltrona da sindaco del capoluogo, ha tradito il suo alleato, e non ha consentito a quest’ ultimo di r aggiungere il 10% del quoziente previsto e si è trovato escluso dal Consiglio? È dunque questa la democrazia che governa e anima il Consiglio Regionale? È questa la legge che dovrebbe gestiire le nuove elezioni se la
” leonessa” dovesse essere dichiarata decaduta e che la fa tanto indignare perché lei a suo dire, è espressione della volontà della maggioranza dei sardi? Siamo qui a dirci: la sanità va male, ma abbiamo un romano che nessuno ha votato e solo uno ha voluto. Così tanti altri chiamati a gestire il bene pubblico da grandi sconosciuti e tali sono rimasti dopo 1 anno di governo! Tralascio la “grande inquisita” : che ne abbia fatto una giusta di quel poco da lei messo in atto!
Questo è il risultato delle ultime elezioni democratiche ,in Sardegna e, detto fra noi, anche delle penultime ! E qui mi fermo, perché la memoria inizia a vacillare!!
Ma quando rinsaviremo e inizieremo a pensare che il primo di tutti i mali da eliminare sia il suo manico elettorale e che in base ai risultati ottenuti l’attuale porti non jella, ma poca espressione della volontà democratica di tutti noi?
Cordialmente,saluto
Nell’immagine vediamo la Todde come una Luigia XIV di Sardegna. Ma la Monarchia non c’entra nulla. Queste sono porcherie e voglie di tenersi stretta la poltrona, tutte repubblicane. I Re o Regine non stanno attaccati alla poltrona. Spessissimo abdicano. Ma anche questo, in quasi 79 anni di repubblica lo abbiamo disimparato. Ai repubblicani posso giusto dire:”vi piace la forma istituzionale repubblicana? Eccola. Questo della Todde è uno dei suoi tanti esempi. Dal Quirinale a scendere.” La nostra Italia è, secondo molti osservatori, in declino già dagli anni 70. La Monarchia fece l’Italia unita. La repubblica, piano piano, la sta disfacendo. È evidente. Salta agli occhi. E da Sardo, Italiano, Patriota realista me ne dolgo assai. Spero che sia lo stesso anche per i fan della repubblica, se amano la Patria più dell’istituzione.
Sento nell’aria un rumore stridulo dovuto alla produzione di trucioli di specchio. Si continua a rigirare la frittata ma, nonostante i tentativi, frittata era e frittata rimane. La legge impone, senza deroghe alcune, il rispetto delle regole valide per ciascun candidato; vale a dire: a) nomina di un mandatario e conseguente apertura di un conto corrente dedicato, già a partire dalla presentazione della candidatura.; b) alla fine della tornata elettorale preparazione di un fascicolo contenente l’estratto conto parlante (con in chiaro i donatori e i beneficiari/fornitori di servizi) e infine le notule da collegare ai beneficiari/fornitori; infine c) dichiarazione di chiusura del conto corrente. Leggendo la legge di riferimento (525/1993) non ho trovato nessuna deroga a quanto di cui sopra; ho scatenato l’ AI per trovare un post scriptum o un nota bene che facesse riferimento alla nostra essa, ma niente non c’è proprio. Ergo c’è un vulnus insanabile che non verrà ripianato con qualsivoglia ricorso! Il mandatario non estiste e quindi tutto quello che ne consegue Sic et sempliciter! La Sardegna continua a navigare a vista, non abbiamo la legge di bilancio, la sanità è allo stremo tutti i servizi trasporti e quant’altro sono in stato comatoso e continuano imperterriti a buttare fumo negli occhi dei cittadini. Farebbero prima a riconoscere i loro limiti e finalmente rientrare nelle case da dove sono scappati. Un po’ di dignità suvvia!
Ha la faccia come il OMISSIS.
OMISSIS in continuazione su tutto pur di…
Questa volta non trovo neanche il lato comico.I suoi sodali,che mangiano nello stesso piatto,tutti coloro che la sostengono – giornalai i venditori di pubblicità in tv e nei social, ridotti oramai a questo – gli elettori compresi, questi sono peggio dei fascisti ( nn mi riferisco solo a meloni e c.,oggi) si peggio, perche si nascondono sbandierando di essere antifascisti ad ogni minchiata che fanno quelli di destra, ora la loro cifra estetica è il vittimismo,delegittimano chi non è dalla loro parte, ubriachi e assetati di potere oltre ogni decenza esattamente come fece il fascismo da cui a quanto pare non ci siamo mai liberati.
Una deriva antidemocratica anticostituzionale – art. 101 “ la giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge”- siamo alle porte della decadenza, non a caso Trump è il punto di riferimento di giuseppi.
Egregio, complimenti per la disamina. L’esito della strategia della Influencer Capo lo si vedrà tra non molto. Certo è che tale strategia non tiene conto di due fattori: 1 l’aria che si respira a Roma, dove imperversa una lotta senza esclusione di colpi tra governo e magistratura che porterà la corporazione a non fare sconti a nessuno (pentafarlocchi inclusi); 2 le bucce di banana di cui è disseminato il cammino documentale e procedurale esaminato all’OdG della Corte d’Appello. Bucce che portano il nome di un certo -one già noto a questo blog. Saluti.
Vedo che il giustizialismo a cui anche la Todde si era piegata a Roma pur di fare la scalata al partito del fu M5S è stato abbondantemente superato da un discorso in stile Berlusconi e persino Meloni!
Brava brava brava
Avanti così che è già finita politicamente.
Mah, ieri ho seguito l’intera seduta del Consiglio Regionale e.., così di primo sguardo ..se posso scrivere, di intuizione .., ho estrapolato dal contesto due soli interventi che giudicato significativi. (Come sempre, il paradosso è lì che insegue).
Quello del Consigliere Peru, della opposizione
Quello del Consigliere Deriu, della maggioranza
Bene, con sincero stupore l’intervento che sottotraccia (mai giudicando e salvaguardando quelli che sono i capisaldi della Politica e del Diritto ) suggerisce una migliore nonché efficente azione difensiva è quella di Antonello Peru; del Consigliere di opposizione.
L’altra, quella di Deriu, fatta attraverso una meditata formalizzazione Gesuitica degli Argomenti (di rigoroso timbro giuridico) malgrado di segno contrario producono l’effetto opposto.: Di aggravio della posizione Presidenziale.
Sono i paradossi del gioco politico e per fortuna è ancora possibile coglierli.
P.S. : un invito alla visione della seduta dell’intervento di Peru. Assicuro, interessantissimo.
Professore. Ma davvero una Presidente della Giunta Regionale deve essere telcomondata da un ragazzino OMISSIS? Un ragazzino la cui pagina TikTok è per così dire inopportuna nei contenuti (la guardi pure) se non lo specchio fulgido di un tardo ventenne che ha ancora le idee confuse sulle cose, con in più il tocco da ragazzetto viziato. Ma non scherziamo, su! Questi, sulla comunicazione, non hanno la minima idea di cosa sia. Davvero per loro significa soltanto scrivere post social.
Ecco perché poi si scrivono “speech politici” come questo, senza alcuna conoscenza della grammatica politica né del peso delle parole. Io direi di entrare nel merito di cosa davvero stia facendo questo ragazzino. Sarebbe ora di finirla.
Io Penso che non ci sia niente da aggiungere, saranno gli elettori a darne risposte. In quanto al collegio di garanzia elettorale, a mio avviso, ha fatto il suo egregio lavoro e non si può mettere in dubbio il lavoro delle persone solo perchè son state commessi degli errori.
Ma la cosiddetta sinistra non dice sempre di attendere con fiducia la pronuncia dei giudici? ma forse avrò capito male io🤔🤣😡
Attendiamo le risultanze del processo …..e poi potremo ulteriormente discutere .l’intervento di ieri in consiglio , è assimilabile ai guaiti di un animale ferito , che lotta contro il dolore e la paura di una morte imminente .
Ai pastori sardi l’ardua sentenza
come disse Villefort nell’ultima puntata della fiction del contecristo, “la legge è al di sopra di tutto”;
ma la Todde non ci crede, come bene esplicita l’immagine in testa alla pagina;
ma d’altronde non è che tutti dobbiamo credere alle fiction, bòh!
in Todd we trust
È stupefacente come gli stia a cuore “il diritto dei cittadini sardi in quanto inviolabile” e quanto se ne sia fregata dei 211.000 che abbiamo votato la “Pratobello24”, dovrebbe tenere a mente che la sua vittoria la deve ad un margine di poco più di 1..500 voti se non ricordo male.
Commenterò il discorso con pochi hastagh: #pratobello24
#complotto #GOMBLODDO 😂 #poteriforti #iosonoioevoinonsieteuncxxxo #honestà
… come una Meloni un Salvini ed una Santachè qualsiasi… trovare le differenze per un cittadino è impresa ardua, prciò ci si rifugia, purtroppo, nel non voto.
Caro Professore mi pare interessante farle notare che ieri, durante la seduta del Consiglio, ho pensato a povero Marco Pannella. Ebbene, il segretario, all’inizio, non è riuscito a leggere correttamente nessuna parte. Se il mio orecchio (assoluto) non mi inganna, confondeva inoltre l’assessore Piu con più. Sarebbe dunque forse ora, come diceva Marco, d’abolire il valore legale dei titoli di studio, giacché, come da esempio, sono conquistati in mille modi, e permettono a molti di millantare conoscenze e titoli.
Sulla Presidente stendiamo un velo pietoso: sull’onore ha dichiarato tutto ed il contrario.
Ho seguito la diretta su internet.
Mi ha colpito l’intervento dell’onorevole Michele Ciusa capogruppo dei 5S fatto da un collage di spot intrisi di riverenza verso la Presidente ma vuoto di contenuti politici.
E’ riuscito a farmi cambiare idea sul suffragio universale.
A questo punto punto preferisco un assolutismo illuminato sul modello di Voltaire ed un novello Federico II di Prussia.
Almeno ne mettiamo solo uno, buono, a libro paga e risparmiamo milioni di euro tra consiglieri, assessori ed una pletora di inutili consulenti.
Ieri, leggendo le prime news dal Parlamento Sardo, ho avuto una sensazione, Todde reagisce come Meloni, ma mi pare che la parte politica che accusa la presidente del consiglio di vittimismo, non percepisce l’uguale comportamento della presidente della Giunta Sarda.
Sono convinta che aver legato, con una legge elettorale infame, la presidenza, il consiglio e la giunta sia la prova dell’urgenza di rivedere tutto, ma in questo momento, da spettatrice ed elettrice che ha visto la sua scelta politica cascare miseramente nel cesso, vedo il degrado della classe politica, per me Todde è decaduta, il suo atteggiamento rafforza quotidianamente la mia scelta di NON votare né lei, né il suo campolargo, anzi campopardo