Skip to content
  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Cookie policy
  • Login
Sardegna e Libertà

Sardegna e Libertà

  • Home
  • Politica
  • Economia
  • Cultura
  • Lavoro e impresa
  • Cronaca
  • Salute
  • Ambiente
  • Stato sardo
  • Toggle search form

Tre mandati di ipocrisia

Posted on 21 Maggio 202521 Maggio 2025 By Paolo Maninchedda 8 commenti su Tre mandati di ipocrisia

Se c’è un fattore corrosivo del corretto funzionamento della democrazia rappresentativa, questo è l’ipocrisia dei ceti dirigenti.
Chi non ricorda l’impatto negativo che ebbe sull’opinione pubblica il celebre libro di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, La Casta?
Gli italiani conobbero, senza remissione, tutte le furbizie e le furbate di chi li governava, i privilegi immotivati, il familismo, l’avidità. Il risultato fu che insieme al privilegio usurpato venne cancellato anche quello giusto, quello che tutela e distingue le alte funzioni sociali e politiche.

Adesso ci risiamo: un ragionamento opportuno sulla durata dei mandati elettivi dei sindaci e, in questo caso, dei presidenti di Regione, è entrato nel tritacarne delle convenienze di partito, per cui ciò che viene negato a taluni, la cui carica è desiderata ma la cui forza è temuta, viene permesso ad altri.

È sicuramente giusto stabilire un limite temporale per ciascuno dei mandati politici.
L’art.122 della Costituzione affida alla legge statale la definizione dei principi cui le Regioni devono attenersi nell’eleaborare le loro leggi statutarie elettorali, tale legge è la 165/ 2004, la quale dice che i Presidenti di Regione eletti a suffragio universale, cioè non dal Consiglio (come invece io ho sempre pensato che sia meglio, con opportuni bilanciamenti a favore della stabilità) possano rimanere in carica solo per due mandati, cioè per dieci anni (che sono tantissimi). Quindi, i parlamentari hanno deciso sul rinnovo dei mandati dei Presidenti di Regione.

La Regione Sardegna, dal canto suo, intossicata dai sindaci dei piccoli comuni come il fegato steatosico dal grasso conviviale, ha modificato la propria legge sugli enti locali, stabilendo che i sindaci dei paesi fino a cinquemila abitanti possano svolgere ‘solo’ tre mandati consecutivi (quindici anni, una vita!). Resto dell’idea che certi piccolissimi comuni, dove si fa fatica a trovare chi si candidi, sarebbero meglio amministrati da un dirigente pubblico che da un padroncino a vita, tanto tronfio quanto parassitario, ma sono idee opinabilissime.
Fatto è che  l’esempio sardo calza a pennello al caso nazionale.
Come in Sardegna i consiglieri regionali hanno legiferato sui sindaci, ma non su se stessi (e ne abbiamo ancora taluni – Comandini è alla terza legislatura, per esempio – che hanno passato e passano un ventennio sui banchi del consiglio, agli altri e a se stessi amici, indifferenti alla loro ombra che invece parla della loro naturale mortalità), così il Parlamento oggi addirittura impugna le leggi regionali sui mandati dei presidenti di Regione, solo perché Fratelli d’Italia e Pd vogliono togliersi dai piedi candidati locali forti e scomodi, ma si guarda bene dal fissare un limite di mandati per i parlamentari.
E dunque Zaia deve andare a casa dopo due mandati, ma Gasparri vive a Montecitorio o a Palazzo Madama da quando era alle elementari, Franceschini ci vive da più di un ventennio, Casini ormai ha una sua dependance dentro i palazzi, la Meloni si sente a casa sua, La Russa ha la sua caffettiera personale al Senato, Tajani si toglie di frequente le ragnatele dalla giacca, Fratoianni c’è ormai da 12 anni e con la moglie studia per il prossimo decennio.

Il tema è sempre lo stesso: quis custodiet custodes?
Non è credibile che chi decide il numero dei mandati politici per gli altri si guardi bene dal farlo per se stesso.
Se è possibile, e forse auspicabile, che si possa passare da un ruolo politico all’altro, in modo da costruire una sorta di dirigenza di Stato ampia e utilizzabile all’occorrenza per i diversi ruoli, ciò che è ridicolo e corrosivo di ogni fiducia è che chi interpreta e difende mandati politici eternamente replicabili per sé, decida sul limite della rinnovabilità degli altri. Non è più  una questione istituzionale, ma una delle tante forme di guerriglia per far fuori concorrenti politici. Cioè, uno schifo partitocratico.

Elezioni, Vetrina

Navigazione articoli

Previous Post: Prima banda arrestata
Next Post: Immobiliaristi in Regione: chiese e palazzi

Comments (8) on “Tre mandati di ipocrisia”

  1. Ginick ha detto:
    21 Maggio 2025 alle 22:12

    Egr.Prof.
    Ai politici nostrani vincitori di qualunque tipo di consultazione elettorale prima di confermare l’elezione li costringerei a sostenere e superare un esame non di economia politica o simili, ma di filosofia. Su un solo argomento:
    Aristotele e la democrazia.
    Non sarà una democrazia perfetta quella ipotizzata dall’esimio pensatore, ma almeno i nostri aspiranti politici dovrebbero dimostrare di conoscere che nel governo del popolo ci sono sia pregi che difetti e, soprattutto, che si corre il rischio di avere spesso tra gli eletti non i più saggi nè i più competenti !!
    Chiara premonizione di una attuale politica di bassa statura culturale nazionale, satura di macroscopici errori sia normativi che legislativi e specifico riferimento ad un governo regionale a noi ben noto !!
    Cordialità e…. a domani (Sperando bene per la Sardegna)!
    P.S.
    A pensarci bene il suddetto esame lo farei sostenere anche al popolo elettore e,forse, a tantissimi magistrati politicizzati!!

  2. pithard ha detto:
    21 Maggio 2025 alle 17:36

    Quel ‘Zaia va a casa dopo due mandati, ma Gasparri vive a Montecitorio e Palazzo madama” suona populisticamente perfetto (trattandosi poi di Gasparri…ma anche gli altri..) se non fosse che Zaia è stato anche ministro in passato, e sicuramente non andrà a casa a curar la vigna.
    Quel ‘ Franceschini ci vive da più di un ventennio, Casini ormai ha una sua dependance dentro i palazzi….’ suona ancora perfetto finché agli elettori verrà sottratta la facoltà di esprimere le preferenze per eleggere i propri rappresentanti perfezionando così la “democrazia indiretta” .
    Un altro pensiero aggiungerei alla granitica fissazione grillino/5st dei due mandati Parlamentari – una sorta di ufficio di collocamento di lusso per (spesso) spiantati o scappati di casa abili smanettoni del web, 5 o 10 anni di (spesso vuoto ) ‘impegno’ parlamentare e poi a casa ad aspettare il compimento dei 60 anni . Oppure….se sono entrati in ambienti particolari e con vari agganci possono emulare questi ex miracolati dalla luce del guru di Sant’Ilario:
    https://www.dagospia.com/politica/quei-grillini-passati-pacifisti-lobbisti-delle-armi-un-inchiesta-100-433601

    ( c’è pure una inchiesta di Report rai tre)

  3. Antonio ha detto:
    21 Maggio 2025 alle 14:05

    prof. non si possono candidare per fare i presidenti o sindaci ,si possono candidare per consiglieri regionali o comunali , purtroppo adesso avremo sindaci che faranno i consiglieri provinciali e regionali ma li votiamo noi , bisogna ricordarsi che il partito della Presidente Todde ha fatto la sua fortuna sui due mandati e poi a casa ma una volta al potere gli è piaciuta la nutella , sarebbe bello ripristinare la residenza anagrafica per essere eletto invece arrivano da tutte le parti

  4. Renato Orrù ha detto:
    21 Maggio 2025 alle 09:33

    . ….ma perché la foto allegata allo splendido (ndR ) articolo che fa molto riflettere mi ricorda un certo Comandini alla fine del suo 4⁰ mandato da Presidente della RAS in quota ForzaLitaGlia tra 25 anni ? Ma è una minaccia o un avvertimento ?

  5. G.F ha detto:
    21 Maggio 2025 alle 09:07

    “Su voe nanne currutu a s’aiunu “

  6. Michele ha detto:
    21 Maggio 2025 alle 08:48

    Aggiungerei anche i sindaci che fanno i consiglieri regionali e non mollano la carica di sindaco per timore che passi ad altri, anche se alleati

  7. Francesco D'Agostino ha detto:
    21 Maggio 2025 alle 08:45

    Condivido le osservazioni contenute nell’articolo. Aggiungo che il limite deve essere posto per tutte le cariche pubbliche retribuite. Abbiamo soggetti che hanno collezionato di tutto (prima consiglieri regionali, poi deputati, poi senatori). Tanto per esemplificare Stefania Pezzopane. In alternativa, basterebbe fare una sola riforma: i contributi versati si sommano per ottenere una sola pensione, erogata dall’Inps, con i criteri comuni.

  8. Paolo1 ha detto:
    21 Maggio 2025 alle 08:10

    Egr. professore, condivido al pieno la sua analisi, si usano due pesi e due misure, e molto spesso anche partiti opposti, in questo caso il PD e FDI, si alleano e cercano di modificare le leggi a proprio piacimento. Abbiamo molteplici esempi di persone in Italia, sia nelle regioni che in parlamento, che hanno fatto della politica un lavoro, un opportunità per loro e familiari, che cambiano casacca come le mutande al fine di accaparrarsi una poltrona. Ma tutto questo è anche dovuto alle leggi poco chiare italiane, dove create ad hoc, si prestano ad essere interpretate in vari modi in base alle situazioni. Ne abbiamo un caso esemplare in Sardegna, la legge elettorale che vede la presidente della Regione interessata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cagliari, 27-30 aprile 2025

Racconta una storia sarda

Racconta una storia sarda

Vent’anni di Sardegna e Libertà, Nuoro, 21 luglio, ore 18:30

Racconta una storia sarda

Ultimi commenti

  • Silvana su Arriva l’ispezione del Ministero della Giustizia
  • walter su Arriva l’ispezione del Ministero della Giustizia
  • Antonio su La politica smascherata e gli incendi accesi
  • Medardo di Terralba su La politica smascherata e gli incendi accesi
  • Antonio su La Sinistra di Destra. Un caso ad Alghero
  • Chicco Tirotto su La Sinistra di Destra. Un caso ad Alghero
  • Benedetto Sechi su La Sinistra di Destra. Un caso ad Alghero
  • Alessandro su La Sinistra di Destra. Un caso ad Alghero
  • Mike su Bilancio e incendi
  • Pierpaolo su Bilancio e incendi
  • Antonio su Bilancio e incendi
  • Marco Casu su Bilancio e incendi
  • Ginick su Bilancio e incendi
  • A su Bilancio e incendi
  • Paolo1 su Bilancio e incendi

Nuove province per nuovi disoccupati eccellenti

Nuove province per nuovi disoccupati

Sardegna e Libertà si ispira culturalmente ai valori di libertà, giustizia, sostenibilità, solidarietà e non violenza, così come essi sono maturati nella migliore tradizione politica europea.

Sardegna e Libertà – Quotidiano indipendente di informazione online

Registrato il 7 novembre 2011 presso il Tribunale di Cagliari. Num. R.G. 2320/2011 – Num. Reg Stampa 8
Direttore responsabile Paolo Maninchedda

Copyright © 2022 || Sardegna e Libertà ||

Powered by PressBook Blog WordPress theme