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Soru: noi non ci dormiamo la notte

Posted on 31 Luglio 20244 Gennaio 2025 By Renato Soru 11 commenti su Soru: noi non ci dormiamo la notte

Renato Soru ha pubblicato un lungo articolo-saggio sull’emergenza della speculazione energetica in Sardegna (che, tra le altre cose, dimostra che lui legge ciò che pubblicano gli altri, mentre gli altri, cioè L’Unione e La Nuova, censurano ciò che scrive lui). Ne riporto una parte significativa perché, a mio avviso, serve a tutti per capire meglio come stanno le cose.

(…) Limite delle proposte in campo
Oggi le diverse posizioni in campo mi sembra possano essere tra chi dice:
• è sufficiente la Legge Regionale recentemente approvata (Todde e la sua maggioranza);
• sarebbe sufficiente una nuova legge sul paesaggio -PPR (Comitato per l’insularità);
• sarebbe sufficiente una nuova legge urbanistica (Pili e l’US);
• paesaggio e urbanistica sono importanti ma da soli non bastano (Progetto Sardegna).

La recente Legge Regionale
È del tutto inutile. Con essa la Giunta Regionale prova a ripetere la stessa strada già bocciata dalla Corte Costituzionale per quanto riguarda il Friuli e le Marche. È rimasta sorda ai contributi di alcuni comitati e di Progetto Sardegna che li ha anche proposti (inutilmente) all’attenzione dei partiti di maggioranza, sotto forma di emendamenti al testo di legge. È stato già detto, una legge ai soli fini della comunicazione, utile solo a dire che si affrontava il problema, ma condannata all’impugnazione da parte del Governo ed all’annullamento da parte della Corte Costituzionale.
Il Comitato per l’insularità invoca la veloce approvazione del PPR delle zone interne ed attraverso di esso sottoporre a vincolo gran parte delle aree della Sardegna.
La proposta si basa sul fatto che la nostra Regione, ai sensi della Norma di Attuazione dello Statuto e come sempre riconosciuto dalle numerose sentenze della Corte Costituzionale a partire dalla n. 51 del 2006, ha competenza primaria in materia di Paesaggio, valore fondamentale tutelato dall’art.9 della Costituzione.
Il ragionamento non tiene conto del fatto che l’art. 9 della Costituzione tutela il paesaggio ma anche l’ambiente nell’interesse delle future generazioni e che la direttiva europea così come recepita dal Governo Draghi stabilisce che debba essere data priorità all’aspetto ambientale, ovvero al contrasto ai cambiamenti climatici.
Si tratta quindi della necessità di bilanciare due principi fondamentali della nostra Costituzione, diversi ed oggi anche contrastanti tra di loro. Le Direttive Europee e l’affrettata applicazione italiana stabiliscono che debba essere data priorità alla tutela ambientale e quindi debba essere favorita la massima diffusione della produzione di energia da fonti rinnovabili. L’applicazione di questo principio vale anche per gli interventi nella nostra regione per un motivo molto semplice: il Decreto Draghi, come confermato da diverse sentenze della Corte Costituzionale, costituisce una “importante riforma di interesse economico generale” e come tale supera la previsione di competenza primaria stabilita dal nostro Statuto, aggiornato con la Norma di Attuazione (DPR 480/1975).
Infatti va ricordato quanto in molti dimenticano o fanno finta di dimenticare. Il nostro Statuto all’art 3 recita che la competenza primaria della nostra Regione non è senza limiti, ma va esercitata “in armonia con la Costituzione e i principi dell’ordinamento giuridico della Repubblica e col rispetto degli obblighi internazionali e degli interessi nazionali, nonché delle norme fondamentali delle riforme economico sociali della Repubblica”.

In sintesi la nostra sola competenza primaria in materia di paesaggio, è limitata dalle previsioni del Decreto Draghi, in quanto norma fondamentale di riforma economico sociale della Repubblica. In conseguenza di ciò il Governo può legittimamente ricorrere alla Corte Costituzionale che giudicherà privilegiando la massima diffusione della FER.

Mauro Pili e l’editore dell’Unione Sarda attraverso una massiccia campagna stampa mediatica, avanza una proposta che ora definisce come “la legge di Pratobello”. Essi diffondono una proposta altrettanto semplicistica e insufficiente: basterebbe una nuova legge urbanistica e, in base alla nostra competenza primaria, saremmo in grado di bloccare l’invasione indiscriminata degli impianti.

A supporto di questa loro affermazione, essi aggiungono una premessa falsa: è necessario ricorrere alla nostra competenza primaria in materia urbanistica perché quella in materia paesaggistica l’abbiamo persa a causa “dell’allora Presidente Renato Soru che sostituendo il verbo ‘potrà’ con il verbo ‘dovrà’, si è obbligato alla copianificazione del PPR con lo Stato che mai ci permetterà di usare le nostre competenze paesaggistiche per bloccare l’assalto che invece ci sta imponendo (nella loro lotta in difesa del paesaggio e dell’Autonomia della Sardegna, non potevano tralasciare di accusare me). Ricostruzione falsa e frutto, se non di malafede, certamente di una conoscenza superficiale della materia. Basterebbe leggere con più attenzione la sentenza della Corte Costituzionale 257/2021 che essi stessi citano.
Questa proposta è inefficace per almeno due motivi molto chiari:
– La competenza in materia urbanistica e quella in materia paesaggistica sono profondamente legate. Quest’ultima competenza nasce con la citata Norma di Attuazione del 1975 che specifica come essa derivi proprio dalla competenza originaria in materia urbanistica. Pertanto i limiti imposti alla competenza paesaggistica valgono allo stesso modo per la competenza urbanistica;
– Anche a non voler tener conto di quanto sopra, è pacifico che una nuova Legge Urbanistica che limiti la diffusione degli impianti FER verrà legittimamente impugnata dal Governo ed annullata dalla Corte Costituzionale in applicazione del già citato limite previsto dall’art.3 del nostro Statuto (le competenze devono essere esercitate “in armonia con la Costituzione ……. nonché delle norme fondamentali delle riforme economico sociali della Repubblica” e dunque – purtroppo – anche del decreto Draghi).

Noi di Progetto Sardegna
riteniamo che paesaggio e urbanistica siano valori e competenze importanti, ma da soli non basteranno a bloccare il disastro.
Occorre una nuova proposta, unitaria, coraggiosa e articolata che segni un vero cambiamento e che non passi inosservata da parte dello Stato e di tutte le parti interessate. Una proposta forte, coraggiosa, che abbia un tale impatto deflagrante da costringere chi non vuole sentire e prendere atto della protesta giusta e crescente della Comunità sarda. Una proposta forte e argomentata al cospetto dello Stato centrale e dei diversi Tribunali che saranno chiamati a dirimere questa vertenza.
Una via sarda per le rinnovabili
Una proposta in più punti:
1. approvare immediatamente una Delibera di Giunta ai sensi dell’art 8 della Legge Urbanistica Regionale (n. 45/1989) che imponga il blocco temporaneo (90 giorni) per ogni attività di costruzione dei mega impianti di produzione di energia da fonti rinnovabile. Compresi i nuovi impianti ma anche gli impianti in corso di realizzazione ma per i quali “non sia già stata una trasformazione irreversibile dei luoghi”. Si tratta di un provvedimento già efficacemente preso nell’agosto del 2004 per il blocco temporaneo delle costruzioni nella fascia costiera, nelle more dell’approvazione della legge che ha dato l’avvio alla predisposizione del PPR.
Diversamente da quanto è stato recentemente riferito ai Comitati, tale provvedimento di blocco temporaneo, pienamente legittimo, non ha avuto nessuna contestazione e non ha generato nessuna richiesta di danni all’Amministrazione;
2. accelerare l’approvazione del PPR delle zone interne.
A suo tempo la seconda parte del PPR (il Piano delle aree interne), era di fatto già pronto. Non venne portato all’approvazione per le divergenze maturate nella maggioranza di centrosinistra e che portarono alle mie dimissioni anticipate di alcuni mesi.
Si formi un gruppo di lavoro che con un impegno straordinario porti alla sua approvazione entro fine settembre, in modo che si ponga fine a questo vuoto legislativo di cui si è approfittato nelle autorizzazioni già concesse e nelle aspettative delle imprese interessate.
3. approvare immediatamente il PEARS aggiornando il Piano approvato dalla Giunta Pigliaru e utilizzando il terzo monitoraggio già predisposto, dal gruppo di lavoro interno e dai consulenti esterni, fin dal marzo 2023. Le condizioni di contesto ed il fabbisogno della nostra isola non sono nel frattempo cambiate e l’approvazione dovrebbe essere questione di settimane e non di mesi. Approvare il piano significherebbe fornire in maniera trasparente dati certi all’intera comunità regionale e, soprattutto, permetterebbe di portare avanti con maggiori strumenti ed efficacia il necessario confronto con lo Stato.
4. Una nuova Legge Regionale, o la modifica di quella recentemente approvata, che sia in grado di spiegare le nostre ragioni al Governo Nazionale affinché riveda le proprie posizioni. E, qualora il Governo Meloni non intenda negoziare, fornisca i presupposti giuridici affinché la Corte Costituzionale riveda gli orientamenti finora espressi tenendo nel dovuto la necessità di un bilanciamento più giusto e equilibrato dei diversi principi costituzionali e delle diverse necessità di tutela, anche in virtù di una più attenta e condivisa applicazione delle direttive europee in materia.
la Legge Regionale dovrà contenere, almeno i seguenti punti:
a. una riserva per pubblica utilità, ai sensi dell’art. 43 della Costituzione, di una quota di 3 GWp, da sottrarre all’impresa privata  e mettere a disposizione delle auspicate iniziative di comunità energetiche locali o territoriali, oltre che all’iniziativa d un’Agenzia Sarda per l’energia rinnovabile che miri al soddisfacimento delle necessità dell’intera Pubblica Amministrazione regionale e locale.
b. Una norma di imposizione fiscale di scopo, le cui risorse andranno destinate alla tutela paesaggistica e ambientale. Occorre anche riflettere sulla natura di Bene Comune del sole e del vento e di come il loro utilizzo per la produzione di energia, specie in un’isola e quindi con tutti i limiti evidenti all’esportazione dell’energia prodotta, debba essere considerato una risorsa scarsa e come tale le quote di utilizzo a messe a gara e compensate economicamente. (Né più e né meno di quanto si è fatto anche recentemente per la concessione delle frequenze 5G) ;
c. il testo di una proposta di nuova Norma di Attuazione dello Statuto che regoli la suddivisione delle competenze in materia di produzione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili, che la Giunta dovrà portare immediatamente al centro del confronto con lo Stato per la sua approvazione. Tra le altre cose, essa dovrà prevedere la competenza della Regione a:
i. stabilire di concerto col Governo la quota di produzione da FER da assegnare alla Sardegna in virtù dei propri fabbisogni e della condivisione degli obblighi Europei;
ii. decidere autonomamente la localizzazione degli impianti;
iii. provvedere al rilascio delle autorizzazioni o concessioni.
d. Alcune norme stralcio della auspicata nuova Legge Urbanistica Regionale che regolino i diversi aspetti della realizzazione degli quali l’uso dei suoli, distanze, modalità costruttive, garanzie di ripristino etc.
Energie rinnovabili, Politica, Soru, Vetrina

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Comments (11) on “Soru: noi non ci dormiamo la notte”

  1. Pala Giacomo ha detto:
    23 Agosto 2024 alle 17:03

    Per la Sig. Todde si vergogni per avere preso in giro prima la Sardegna e poi tutti i Sardi. Vergognati…….

  2. Rinella ha detto:
    16 Agosto 2024 alle 17:30

    Non ho seguito negli ultimi anni la questione dell’eolico. Per questo non so se il dott. Soru sta continuando o meno un discorso suo iniziato durante la giunta Solinas e precedenti. Io ero presente a una sua presentazione elettorale a Capoterra, dove non ha parlato di scuola, ne di sanita, ma ha promesso l’aumento della digitalizzazione amministrativa, Gli eventi del crash mondiale recente , peraltro prevedibili , ridimensionano questo tipo di preoccupazioni , per non parlare delle nostre esperienze quotidiane burocratiche stressanti.

  3. Paolo Maninchedda ha detto:
    5 Agosto 2024 alle 06:05

    Caro Antonello, ognuno ha le sue ossessioni, tra le tue, il PPR. Io non difendo Soru, che sa difendersi da solo, dico però che la sua proposta sull’eolico non è aria fritta, o, per dirla con la Todde, ‘filosofia’. Per il resto, io non aizzo le folle, faccio solo ciò che in tempi massificati mi pare indispensabile: resisto.

  4. antonello ha detto:
    4 Agosto 2024 alle 15:33

    Caro Paolo, non riesco a capire come ti ostini a difendere Soru.
    In estrema sintesi :
    – PTP (Antonello Cabras) 8 ambiti – intero territorio della Sardegna, comprese le aree interne.
    – PPR (Renato Soru) ambiti costieri, escluse le zone interne.
    Ha provato ad essere rieletto, ha semplicemente perso perche non ha governato bene e no c’e’ nostalgia……..
    Ho la sensazione che noi siamo gli architetti della nostra povertà, non siamo stati capaci di fare dopo 70 anni una legge urbanistica, non abbiamo un piano energetico, la Sardegna è sempre stata arida e non abbiamo fatto niente per l’acqua, oppure abbiamo quasi sempre fatto poco e male, non abbiamo una visione moderna del futuro, non sappiamo spendere i soldi che ci vorrebbero dare………… e possibile che ci resta solo Soru o aizzare le folle?!?!
    Faccio un piccolo esempio : Soru è la persona più ricca della Sardegna, il Signor Josef Gostner non è la persona più ricca del Trentino Alto Adige, non vuole diventare il Presidente del Trentino per avere potere, ma ama il Trentino e ha fatto qualcos’altro …………… anche Soru potrebbe farlo!?!
    Non è difficile informarsi

  5. Marco ha detto:
    31 Luglio 2024 alle 18:42

    70 anni fa si elettrificava il territorio perchè si svilupasse la nazione e poter distribuire benessere, oggi si distrugge un territorio per arricchere poche e potenti società.
    Una nuova legge che fermi lo scempio e provi a ridistribuire la ricchezza derivante dall’energia prodotta nell’isola è necessaria,
    Solo politici ottusamente presuntuosi o perfidamente collusi non possono non considerare la proposta del presidente Soru.

  6. Arrosciu ha detto:
    31 Luglio 2024 alle 16:25

    La legge Draghi, nata per salvare l’ambiente, lo salverà, sacrificando solo la Sardegna.
    Un sacrificio che ci chiede l’ Italia e il silenzio di tanti compagniucci.
    Vergogna

  7. Stefano Locci ha detto:
    31 Luglio 2024 alle 11:28

    Egregio, come da titolo, siamo noi che non dormiamo la notte.
    Todde dormiva beatamente il sonno di Vice Ministro del Mise mentre il governo cui apparteneva preparava la mattanza. Quindi cosa ci si può aspettare oggi dalla influencer Capo della Regione Sardegna?
    A occhio e croce direi che siamo fregati. Saluti.

  8. pecora nera ha detto:
    31 Luglio 2024 alle 09:40

    Foedho che unu sardu “qualunque” (ma qualunquisti ant a èssere àteros), natzo che a Bodale, o Nighele o Fulanu. De ambiente mi ndhe seo interessau de piciochedhu limpiandho s’olivàriu e istudandho fogu “fuiu” (ma s’indùstria de is fogos dha bio solu irvilupada); e de incuinamentu mi ndhe interesso de is tempos de I limiti dello sviluppo, Tempi storici e tempi biológici, de candho is indùstrias mannas aproilladas a Portovesme a pinnigare is milliardos de is “piani di rinascita” che imbolaiant in mare tra Sant’Antiogu e Santu Pedru is iscartos cun soda càustica e apustis de annos e gherras ant acabbau po fàere a lagu e prenu puru cun tantu de diga arta totu a inghìriu un’istagnu acanta a is fabbricas e incuinamentu in terra e asuta.
    De Costituzione e istatutu (‘sardu’ cantu est sardu su buginu) apo istudiau po ischire e cumprèndhere geo e fàere imparare e apo sèmpere pentzau chi a própositu de su Istatutu chi at fatu naschire sa RAS, sa Regione (Regione Autonoma della Sardegna), no sa «regione», su prus de is Sardos no solu no ischint it’est e balet ma no dh’ant mai mancu lìgiu e de sa Regione cumprendhent chi ch’est in Castedhu ma no it’est e ne ite contat.
    Prus pagu tèngio sa cumpeténtzia de su bolìgiu de is leis chi ponet in contu Soru po sa chistione in argumentu.
    Ma intanti, chi sa dipendhéntzia de sa Sardigna, de is Sardos, est iscrita in sa bella (e bona) Costituzione italiana e in su «Statuto», sardu cantu est sardu su buginu, dhu cumprendhet fintzes unu chi cumprendhet s’italianu. Si ndhe liget! Si si ndhe interessat. Si istùdiat po sa vida, no po pigare votu e votos.
    Ma po cantu fatza atentzione a totugantu su trumbullu de s’invasione de is eólicos e fotovoltàicos e informatzione in giornales e tv sardos e Comitaos, e sa lei chi at fatu sa RAS campo largo, no arrennesso a cumprèndhere it’est su chi bolent o pentzant de fàere e mi paret chi dhue apat medas insuaos o innamoraos cun s’idea matessi de sa “insularità in Costituzione” po àtera chistione in cancrena coment’e chi fintzes a como nos apaus tentu un’isula o no fut giai deasi in sa Costituzione (o ca no dhue ant lìgiu mai “insularità”?) e como chi a sa Costituzione dhue ant aciuntu su foedhu depent iscobèrrere chi seus “punto e capo”! Cun s’arregorta de prus de dughentamila firmas ant fatu un’àteru bucco nell’acqua, ia a nàrrere custa borta a trivella, ma bucco nell’acqua. Ma si podet èssere prus pistadores de abba de cantu seus istaos? E como tocat a prànghere ca sa chistione dha depet agiustare sa UE, ma coment’e iscimpros o drommios cun totu su chi podiant in su Parlamentu ant fintzes lassau is Sardos in buciaca de is Sicilianos e tentu sa faci puru de si presentare candhidaos a su Parlamentu europeu!! E pranghent ca is Sardos no teneus su chi nosi tocat.
    Timo meda chi fintzes custa Lei Pratobello contr’a s’invasione vandàlica siat un’àteru bucco nell’acqua, mancari fatu a trivella cun deghinas de milas de firmas e aus a dèpere suportare chi fatzant sa Sardigna a parcu eólicu e fotovoltàicu, PRATO àter’e che bellu, no solu istrupiu légiu ma disastrosu, ingiustu, e macu, solu de e po aprofitadores insuaos a pinnigare finantziamentos.
    Si is Sardos chi contant, a donniunu sa responsabbilidade sua, chi tenet no chi «si assume», e no est solu sa Presidente, ma primedotu sa magioràntzia de su Cossìgiu regionale, e sa minoràntzia cun ateretanta responsabbilidade costrutiva, no po presuntzione e tostorrudéntzia e ne po tìrria contr’a calecunu, ma po amore a sa gente e a sa terra nosta, po bisóngiu, giustesa, utilidade no solu po noso e no solu po is de oe.
    E iat a avilire e iscoragire ancora peus sa gente si a trumas mannas ponet sa firma chentza arrennèssere a limitare comente e cantu tocat custa ennésima invasione vandàlica, «rinnovata» e «rinnovabile».
    Su chi at iscritu e propostu Soru dhu bio craru e bonu, possìbbile e necessàriu. Candho est chi dh’acabbaus de èssere disunios e a tìrria po chistiones prus individuales chi no po su méngius torracontu e dignidade de pópulu? Est sèmpere e po totus su presente s’ora de sa responsabbilidade.

  9. Luigi ha detto:
    31 Luglio 2024 alle 09:06

    Condivido anche le Virgole del Presidente Soru !!!!! Mi è gli chiedo : dimentichi la delusione dell’ultima tornata elettorale che gli elettori sardi hanno sprecato ,per seguire le dubbie chimere dei politici in apprendistato ,!!!!! concordi con i responsabili dell’ANCI un incontro con sindaci e assessori di ogni colore ed appartenenza , esponga il suo programma e faccia in modo da dargli gambe e cuore ; occorrerà un suo nuovo sacrificio ,che la sua generosità non farà mancare ; faccia lei da guida , per unificare tutte le varie idee e costruire , un’unica azione sinergica e combinata . Come già successo in passato , blocchi la speculazione barbaramente invasiva .Solo lei,Presidente Soru ,ha le competenze,il carisma e la predisposizione necessaria per combattere una guerra difficile da combattere ; abbia il coraggio , si butti : la Sardegna ed i sardi hanno bisogno di lei .

  10. Maddalena Mesina ha detto:
    31 Luglio 2024 alle 08:16

    Poco mi intendo di questioni giuridiche ma la posizione e le indicazioni di Renato Soru mi sembrano ben argomentate e chiare. È troppo chiedere che eventuali contestazioni (o, peggio, disdegno) abbiano NOME E COGNOME dei consiglieri regionali (e parlamentari) sardi?
    TUTTI, nessuno escluso.

  11. massimo ha detto:
    31 Luglio 2024 alle 07:43

    da: il sole 24 ore
    Il reportage. Viaggio nelle aree interne/1. Dal fallimento della industrializzazione forzata della Barbagia il tentativo di un ritorno alle campagne che guarda con sospetto agli investimenti nel fotovoltaico
    Dal golpe di Ottana una coscienza anti industriale che mina la svolta verde
    Luca Benecchi

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