Ci sono delibere di Giunta che svelano la visione del mondo di chi le assume. Sono le delibere di sistema.
Il 18 giugno scorso, la Giunta ha assunto la decisione su come ripartire i 40 vincitori del concorso per dirigenti bandito nel gennaio del 2023 e la cui graduatoria definitiva è stata approvata nel marzo del 2025.
Ventisette dirigenti sono stati assegnati all’amministrazione regionale centrale (Presidenza e assessorati) e tredici alle agenzie.
La Giunta, però ha escluso l’assessorato alla Sanità dal riparto, scegliendo di coprire i posti vacanti del settore più in crisi della Sardegna con l’istituto del comando, prendendo quindi i dirigenti dell’Assessorato dalle Asl, dall’Ares e dall’Areus.
Questa è una delibera di sistema di solenne stupidità.
La funzione dell’assessorato della Sanità è molto chiara: pianificare, programmare, ripartire le risorse, controllare.
I militari direbbero che l’Assessorato è il centro di comando e controllo.
Per la Giunta Todde, evidentemente, non è importante formare dirigenti che sappiano avere visione, che sappiano pianificare, programmare, governare e controllare.
No, per esercitare queste funzioni il genio pentatascato ha pensato di usare in comando i dirigenti che stanno a valle di queste decisioni, cioè quelli che devono eseguirle, in una commistione di controllati fino a ieri che divengono, da oggi, i controllori dei lori colleghi di ieri. Ma ciò che è più grave è che si tratta di strateghi a tempo, a scadenza, che decidono sui loro reparti di appartenenza, con nessuna terzietà di giudizio.
L’errore è di visione e si vede: la sanità in Sardegna è bloccata dal corporativismo dei reparti, i cui capi vengono reclutati come comandanti a tempo, cioè a scadenza, e dunque tendono a proteggere i luoghi dove prima o poi torneranno.
Anche tra i militari, cioè nell’organizzazione che più ambisce ad avere comportamenti strategici, si bada a selezionare tra gli esecutivi quelli che sembrano avere più capacità di previsione e di organizzazione per spostarli dal campo delle operazioni a quello della pianificazione strategica. Ma a nessuno viene in mente di far viaggiare avanti e indietro, da ruoli di comando a ruoli esecutivi, i migliori ufficiali e non lo si fa, perché si sa che questo sarebbe un processo che genererebbe entropia, cioè disordine.
Con questo istituto e secondo questi presupposti illogici, sono stati messi a bando e assegnati recentemente, e sempre in comando, due servizi importanti dell’assessorato: quello della programmazione e quello degli affari legali, mica bruscolini, entrambi coperti con dirigenti in comando, chiamati a controllare anche le loro originarie posizioni di ruolo.
Non credo sia difficile capire che se si sbaglia la struttura di comando non si può non sbagliare la natura dei comandi e, infatti, la sanità soffre di disordine, di baronaggio, di eccessiva parcellizzazione, in alcuni settori, e del suo contrario, l’eccessiva centralizzazione, in altri.
Ma c’è un di più: chi lavora in comando è più manovrabile di chi è stabile e questo è l’altro errore degli ignoranti e degli invidiosi, cioè pensare di esercitare meglio il potere precarizzando i sottoposti anziché scegliendoli bene, valorizzandoli e educandoli all’assunzione di responsabilità.
È la pedagogia della paura che genera sicuramente adulatori, ma che anche distrugge ogni possibilità di sviluppo.

Fuori dai piedi questa giunta di incapaci meritiamo di meglio
Egregio Professore, qualche considerazione/domana:
1. Si prendono dirigenti in comando in presenza di dirigenti idonei (sono almeno 3) in una graduatoria concorsuale valida (appena approvata). Siamo sicuri che sia legittimo? Esistono sentenze della Corte dei Conti passate in giudicato che dicono l’esatto contrario e condanno per danno erariale
2. Quanto costano all’amministrazione regionale i dirigenti delle aziende sanitarie che hanno un altro contratto e si suppone non siano “entry level”?
3. Le aziende sanitarie hanno un esubero di dirigenti da poter collocare in comando in amministrazione regionale? Se si, perché allora ARES ha in corso ben 3 concorsi per reclutare nuovi dirigenti per se stessa e per tutte le aziende sanitarie? Delle due l’una …
Egregio Professore.
Sulla (NON) selezione dei Dirigenti in Regione Sardegna ci sarebbe molto da scrivere, niente che già non si sappia tra gli addetti ai lavori.
Il concorso per 40 posti da Dirigente da Lei citato, è stato come una mosca BIANCA in volo. Infatti, tutte le mosche che si vedono per aria sono NERE, appunto!
E con ciò si vuole esattamente intendere che una parte importate degli attuali dirigenti in regione NON sono certo stati selezionati con concorso pubblico in ossequio alle disposizioni nazionali. E già, perché in Regione Sardegna l’autonomia che la Costituzione ci ha “riconosciuto” è stata anche utilizzata per derogare le norme e principi nazionali, piuttosto che per approfondire gli aspetti regolatori che la nostra condizione di insularità avrebbe necessitato per rendere la nostra Società all’altezza della storia e bellezza dell’isola che amorevolmente la ospita!
Quindi, sono state approvate Leggi regionali che hanno consentito di attribuire incarichi dirigenziali (a tempo, off course!) a funzionari già dipendenti della Regione (si immagini con quale libertà d’azione possono operare costoro…). Ed infatti, quando operano, operano telecomandati dagli Amministratori. Con quali risultati è evidente a tutti…
Anche con l’attuale Presidenza sono stati nominati illustri Direttori Generali privi della qualifica dirigenziale! Mi pare anche il suo Blog abbia denunciato ciò.
Il tutto è ovviamente gradito e voluto pure dagli Amministratori: più discrezionalità nelle scelte di nomina, maggiore potere e capacità di condizionamento dell’operato di costoro.
E poi vi sono graduatorie (appartenenti alla stessa Regione!) di idonei di concorsi per Dirigenti che, inspiegabilmente (ma la spiegazione è già chiara e evidente), la Regione non intende utilizzare per coprire le vacanze.
Amen
Concordo con Ariovisto.
Ma se si chiamassero persone competenti anziché pensare a formarne altre (in genere significa forgiarle a propria immagine e somiglianza)? Mi viene difficile pensare che non ci siano in Sardegna personalità adatte a ricoprire questi ruoli. Questa capacità di saper dar il compito giusto ad ognuno è di chi è al vertice ma c’ è sempre il rischio di credersi il Padre eterno… Agli individui non cambia niente alla comunità molto. Che responsabilità si porta dietro chi agisce per simpatia e politica, come si dice per nascondere tante brutte cose
@rosy beretta, Neurochirurgia di Sassari non è chiusa, è tenuta in piedi dai neurochirurghi di Cagliari (reduci dell’accorpamento di tre reparti: San Michele, marino e Businco) che tengono in piedi anche quella di Nuoro, a quando il burn out dei coinvolti?
Deu meu!
Che gli frega della sanità?
C’è ROMBODITODDE che risolve tutto con la ballerina OMISSIS Désirée che stabilizza OSS vincitori di concorso anzi no li piglia dalle agenzie interinali piuttostochesianzicheno li prende da un nuovo bando a tempo determinato….
A lei personalmente gliene frega assai meno tanto è benestante e può ricorrere alla sanità privata anzi no ha speso tutto per la campagna elettorale anzi no hanno pagato gli altri ma non si sa chi perché, porella s’è scordata il rendiconto….
Pitticcupuru su casinu!
Bi cheriada su biadu de Giorgio Oppi, in chelu siata. 🙏🙏🙏
La Giunta Todde ha inventato la “dirigenza usa e getta”: comandati a scadenza chiamati a pianificare il futuro.
È come chiedere all’arbitro di fischiare contro la sua stessa squadra… con la maglia ancora addosso.
A quando la cancellazione delle regioni? Sarebbe cosa buona e giusta.
Prof adesso arriva Silvio Lai e mette tutto a posto, con Solinas presidente ogni giorno una manifestazione dei sindacati per una sanità migliore oggi tutti zitti e contenti evidentemente va tutto bene
Nel mentre, Neurochirurgia di Sassari chiusa e nessuna indicazione da parte dell’Assesorato di quale dovrebbe essere il percorso da attuare ora per le urgenze-emergenze neurochirurgiche del Nord Sardegna. Pediatria di Olbia prossimamente chiusa, con conseguente chiusura del punto nascita e, ancora una volta, silenzio stampa dell’Assessore. Ah no, ha fatto un’intervista…