Oggi avrei voluto dedicare il domenicale a una questione che ho in testa da tanto tempo: spiegare perché un socialista autonomista (cioè non frontista) e un liberale non possono far parte del Pd.
Invece, mi trovo costretto dalla cronaca e dagli eventi a dovermi far del male, cioè, anche oggi, a dover commentare malefatte e manipolazioni.
Sia chiaro: lo faccio per spirito di resistenza, per tenere viva la fiamma di un punto di vista fondato sulla libertà, non quella metafisica di Croce (il maestro mi ucciderebbe a sentirmi dire che il suo pensiero ha una radice ontologica, ma letto e riletto, Croce è questo: Dio trasformato in immanenza etica e razionale della storia, che a me sembra un’ipotesi smentita ogni giorno, non foss’altro almeno dal secondo principio della termodinamica), ma quella soggettiva, interiore, che si fa ordinamento giuridico nella storia, specie nelle forme assunte dagli Stati dell’Europa occidentale (su Dio, l’unico che l’ha visto, ha detto che è altro da questo mondo, e io sono molto d’accordo con Lui: Dio è il destino di un mondo diverso).
Anziché, dunque, parlare di queste belle cose che riempiono l’anima, ci tocca discutere delle miserande scorribande di Sua Sentenza e dei suoi sodali.
Iniziamo dalla Sanità. Questo è il decreto con il quale la Giunta ha prorogato i Commissari. Almeno due di questi, i Commissari delle Asl di Nuoro e di Oristano non sono più abilitati a
lavorare in Regioni con più di 500.000 abitanti.
Sarà anche vero che l’abuso di ufficio è stato abolito. Sarà anche vero che per i senza potere c’è sempre uno zelante magistrato che ipotizza il peggiore dei reati pur di colpirli anche quando il reato non c’è, ma in questo caso, la circostanza che nessuno batta un ciglio è indicativa di una protezione morale altissima, un’amicanza che porta all’oblio.
All’oblio si associa la menzognetta da convegno.
Invito tutti a leggere la precisazione di Ugo Cappellacci, che L’Unione oggi pubblica nella pagina dei commenti (senza richiamo in Prima pagina, perché in Prima c’è la pisciatina festiva di Bruno Vespa), rispetto alle dichiarazioni rilasciate al convegno promosso dal sen. Marco Meloni (un tempo i senatori dell’opposizione facevano sindacato territoriale, e la Sardegna ne avrebbe un gran bisogno, oggi organizzano salottini di approfondimento) dal presidente della Fondazione Gimbe. Chi leggerà, imparerà che i governi di centrosinistra hanno tagliato fondi alla Sanità per 37 milioni di euro, il governo Meloni (che io non ho votato e mai voterò) li sta aumentando per la terza volta e nella misura indicata, in altra sede, proprio dal presidente della Fondazione Gimbe, che deve avere un repertorio di percentuali finanziarie adeguabili ai convegni cui partecipa.
Abbanoa. Con Abbanoa si è di fronte a due azioni convergenti che rischiano di soffocare (o meglio, certamente soffocheranno e rovineranno) la società.
Da una parte, si ha l’iniziativa dell’internalizzazione dei servizi di depurazione, con l’annuncio dell’assunzione da parte della società di circa 400 persone.
Forse non tutti sanno che l’aumento del personale determina un parallelo aumento dei costi operativi e che questo incide direttamente sulla formula con cui si calcola la tariffa.
In sostanza si stanno creando le condizioni per aumentare la bolletta dell’acqua e tutto per un fatto ideologico, cioè per la pretesa di voler gestire direttamente ciò che può essere gestito con gli appalti esterni e con minore incidenza sui costi che determinano il prezzo del singolo metro cubo d’acqua.
Dall’altra parte, la stessa società ha commissionato un parere legale per conoscere che cosa accadrebbe se non venisse realizzata la gara per il Sistema Idrico Integrato su cui la Regione si era impegnata con l’UE ai tempi della capitalizzazione della società.
Il parere legale risponde che, nel caso risultasse impossibile bandire la gara, la società dovrebbe restituire alla Regione 230 milioni di euro e potrebbe poi continuare a gestire il SI.
Ciò che incredibilmente sta accadendo è che, mentre gli uffici tecnici dell’Egas hanno predisposto tutti gli atti per la gara, il Comitato di gestione sta andando a realizzare, con una strategia dilatoria non priva di contestazioni (a verbale delle riunioni dell’organo ci sono scontri durissimi tra un sindaco sveglio e la rappresentante di Sua Sentenza), la situazione che il parere legale aveva indicato come eventuale e non dolosa, cioè non determinata dalla volontà degli attori. Qui siamo al punto che mentre i legali indicano come reagire a un’eventualità imprevista, la società e l’organo di controllo concorrono a realizzarla. Come si chiama questa attività al Palazzo di Giustizia? Non la si chiama, perché la Giustizia è amministrata contro i senza potere, non verso chi il potere lo ha e lo ostenta.

No, guardi, l’alternativa non è tra pubblico e privato. Io sono perché Abbanoa rimanga pubblica, anche perché fui io a salvarla dal fallimento cui l’aveva condannata la mancata capitalizzazione da parte della Regione. Ciò che si sta andando a fare è invece restituire alla Regione i denari che hanno fatto di Abbanoa la società pubblica che oggi è. La gara non è discriminante sul fatto che la gestione dell’acqua rimanga pubblica o vada ai privati, semmai richiede che il pubblico sia efficiente e competitivo con i privati e Abbanoa ha tutte le carte in regola per esserlo e vincere la gara. Impostare così la questione è un alibi per coprire ideologismi e inefficienze a dir poco gravi. Chi vivrà, vedrà.
Credo che la questione della privatizzazione di Abbanoa, data l’importanza strategica per il futuro dell’isola, si debba muovere sui binari della politica prima ancora delle disfide giudiziarie o dei procedimenti amministrativi.
Si è d’accordo o no sulla privatizzazione del gestore idrico, con la proprietà che passerà dai comuni/regione a una società di capitali nazionale o estera?
Si è d’accordo o no che le decisioni sull’acqua dei sardi siano prese da un consiglio di amministrazione nominato da qualche fondo d’investimento fuori dall’isola?
Si è d’accordo o no che sia meglio fare tutto il possibile per mantenere la gestione dell’acqua in Sardegna rispetto a una cessione ai privati che faranno utili sulle bollette dei sardi per i prossimi 30 anni?
Se confermate le condizioni di sostenibilità economico-finanziaria e giuridica, la restituzione dei 222 milioni di capitalizzazione sarebbe la degna conclusione del piano di risanamento per il quale a suo tempo furono concessi, e comunque si tratterebbe di risorse restituite la bilancio regionale e rese disponibili per i bisogni dei sardi.
L’aspetto fondamentale è che, in questo momento, fa gola a tanti mettere le mani su una azienda che ha incassato i 222 milioni di capitalizzazione regionale, che produce utili e genera ricavi per oltre 300 milioni l’anno e che porta un tubo nelle case di tutti i sardi che un domani potrebbe fatturare anche luce/gas/fibra.
Ecco, sarebbe il caso che nel dibattito si cominci a distinguere fra coloro che sono favorevoli e si adoperano per mantenere il controllo dell’acqua pubblica in Sardegna, magari candidandosi a migliorarla e a renderla più efficiente, e chi invece, nel contestare o nel fare nulla, favorisce di fatto la nascita di un ulteriore monopolista esterno che decide sulla testa dei sardi,
Il CdA di Abbanoa, EGAS e Regione stanno lavorando per una alternativa alla privatizzazione, gli altri che fanno?
Piaccia o meno, ABBANOA è esattamente lo specchio del sistema di Amministrazione in Sardegna:
EVANESCENTE quando c’è da lavorare in prospettiva.
SMEMORATO con gli impegni non mantenuti.
SPIETATO con l’imposizione tariffaria.
A palas anzenas, of course!
in sei mesi non sono riusciti ha trovare i DG oppure non hanno avuto il coraggio di nominare DG i commissari in particolare Nuoro ed Oristano, però sono convinto che al posto della Todde ci fosse Truzzu chi di dovere era mattina e sera in Regione a perquisire e Truzzu fatto fuori alla grande
Credo sia evidente a tutti che, in presenza delle limitazioni inserite nell’elenco nazionale dei direttori generali, i commissari della ASL n. 3 e della ASL n. 5 non abbiano più i requisiti per poter esercitare le funzioni in Sardegna, regione piccola ma comunque al di sopra dei 500.000 abitanti. Da lunedì, pertanto, tutti gli atti adottati saranno annullabili. Si pone anche un problema danno erariale per tutti gli emolumenti che saranno loro riconosciuti senza titolo (e con dolo perché l’elenco nazionale è pubblico da luglio).
Ma la vera questione è politica: sono passati 6 mesi dal commissariamento delle aziende. In questi 6 mesi cosa hanno fatto i commissari? E’ migliorata la performance dei servizi sanitari regionali? Sono stati raggiunti gli obiettivi che la legge di riforma ha dato ai commissari?
Stiamo sempre dentro una Metafisica, anche e sopratutto, se non intendiamo discorrere di essa.
Non ci sono vie di fuga da essa. Nomine, Abbanoa, Sentenza sono modi attraverso chi una Metafisica si esplica e, domina.