Non c’era da aspettarsi niente di speciale dal vertice del centrodestra, convocato in tutta fretta e inutilmente sull’onda della sentenza del Tribunale civile di Cagliari sulla decadenza della presidente Todde.
L’eccitazione per meriti e demeriti altrui (in questo caso, rispettivamente, la qualità della sentenza e l’inebetimento progressivo della Giunta Todde) è anche un fatto naturale, ma non è un presupposto per fare cose durevoli.
Intanto, e come al solito, si capisce che nel centrodestra ci sono almeno tre candidature latenti: una di Fratelli d’Italia, una dei centristi e una dei Riformatori. E già si comincia male, perché dietro questa ossessione apicale, c’è la spagnolesca ansia sarda di alcuni leader di usare il voto bloccato, riservato ai candidati alla presidenza, per accomodarsi su un ruolo non più dipendente dai voti personali di preferenza. La candidatura alla presidenza come rimedio al rischio, sempre incombente, di non essere eletti per consunzione temporale (il pesce puzza sempre dalla testa) è una delle due panacee brevettate dal sistema delle rendite pubbliche sarde, essendo l’altra la carriera senza fine del passare da un ruolo parlamentare all’altro. A questa brutalità dell’inseguimento della propria sistemazione è stato dato, ieri, il vestito nobile dell’allargamento della coalizione. Allargamento a chi? Per che cosa?
Faccio un esempio. Poniamo che ieri uno dei partecipanti avesse detto: “Io sono per garantire il wi-fi gratuito a chiunque risieda in Sardegna; io sono per la creazione di un fondo per l’assicurazione sanitaria di tutti i sardi; io sono per la realizzazione di un impianto di energia solare sul tetto delle case di tutti i sardi; io sono per una riforma della Giunta regionale che accorpi la Pubblica Istruzione con la Formazione professionale, che unisca gli Enti Locali con le Riforme, che porti le tre autorità di gestione dei fondi europei in Presidenza, che dichiari di interesse regionale tutta l’energia geotermica prodotta in Sardegna e ne avvii lo sfruttamento, che compri i progetti già autorizzati sull’eolico in terra e in mare; io sono per una riforma della legge elettorale con l’abolizione degli sbarramenti; ecc. ecc.”.
A valle di una dichiarazione simile, avrebbe potruto dire: “Sono pronto a fare coalizione con chiunque sottoscriva questo programma, al di là degli schieramenti fin’ora attivi”.
Sarebbe stata, di fatto, la proposta di un patto istituzionale tra sardi svincolato dal bipolarismo italiano, ma fondato su cose da fare, dette con chiarezza e con chiarezza sottoscritte.
Invece no.
Al posto della serietà, la furbizia.
Parole fumose, ammiccamenti, sopravalutazioni ai limiti del ridicolo, posizionamenti.
Per esempio i Riformatori-Rastrellatori: è evidente che dietro la proposta di una Giunta tecnica di transizione c’è un nome, e che nome!, ed è quello di Angelo Binaghi, un benemerito, anzi il migliore manager sportivo italiano, che ha indubbiamente brillato sui campi e nei circoli del tennis e del padel, un po’ meno quando in Sardegna me lo trovai tra le carte di quel solenne pasticcio che furono i collaudi amministrativi della Sassari-Olbia, di cui chiesi e ottenni la revoca, e su cui un’autorità giudiziaria incomprensibile non accese mai la luce (su interinali che mai hanno dichiarato di avere avuto un posto di lavoro in cambio di voti, l’inchiesta è stata aperta, sugli incarichi professionali dati senza gara a chi non poteva riceverli, silenzio tombale). Il Binaghi nazionale è un uomo moderno, di impresa e di società; il Binaghi sardo sta dentro una fazione che si è sempre condotta con spirito di fazione. Altro che tecnici!
In questo quadro sta Solinas che ha fatto un comunicato di ‘fumo patetico’ per nascondere che vuole trattare col Centrodestra, il quale, invece, non vuole trattare con lui per non cadere nel suo cono d’ombra.
Solinas non riesce a capire che se vuole avere un futuro, deve farsi da parte e accettare che a trattare per una sua sopravvivenza, in qualche forma, sia il Partito ma non lui direttamente.
Solinas non capisce che tutti stanno vedendo il Psd’az asfissiare nelle sue mani e che il Centrodestra non vuol fare la stessa fine.
Viceversa, lui teme che mettendosi da parte, uscirebbe definitivamente di scena e, giustamente, si sente troppo giovane per una condanna così severa. Un tempo la politica risolveva queste questioni con una stretta di mano.
Oggi le mani scivolano, le vendite e le svendite sono popolarissime, per cui si comprende che Solinas, sapendosi povero, non voglia divenire nullatenente; evidentemente, però, sottovaluta l’annichilimento sardista che il suo egoismo sta generando.
Se dunque si andrà a elezioni, lo spirito dell’alternazna e la voglia cieca di cambiare faràanno più dei programmi e ci ritroveremo un’altra compagnia di giro, tipo quella promossa da Solinas, a sgovernare la Sardegna.
Certo, la colpa è anche, seppure in minima parte, di gente come me che non si riconosce nei due poli e non fa, per l’ennesima volta, una terza proposta.
Ma è pur vero che, nella storia, i sardi hanno mostrato più volte di preferire lo scontro tra le due bande al successo di una radicale riforma. Noi, azionisti, indipendentisti-federalisti, possiamo esistere civilmente: l’accesso al potere ci è interdetto dal maggioritario, dal parassitismo e dalla nostra sdegnosa solitudine.
C’è Pili che vuole candidarsi ma senza dirlo. Incontro con i comitati e lì, l’uomo senza macchia e senza peccato, racconta che la rendicontazione della TODDE made in Licheri è una cazzata. L’importante, dice lui, è il voto popolare non la rendicontazione alla membro di segugio. A quelli che non son d’accordo dice:”servi!”
Insomma, tra Pili, Solinas, la Todde e il caravan serraglio, siamo messi proprio bene.
Parliamo di cose serie: chiudono i reparti a Sassari per mancanza di medici.
La Todde ha riabilitato Solinas che, è incredulo pure lui…, ha trovato chi ha fatto peggio di lui facendolo assurgere al ruolo di statista! È evidente che l’intera classe dirigente/politica sarda è penosa ed incompetente. Auspico che lei, professor Maninchedda., voglia riunire le migliori competenze, che ancora ci sono in Sardegna, e candidarsi alternativamente al centro sinistra/destra. Mutuando una celebre frase di Star Wars “sei la nostra unica speranza “!
@Franco (e a totu sos Francos!): si su chi naras est s’isperàntzia tua, tandho bi ses in prenu (e no isco si as mai lézidu carchi riga de cudhu Saulo de Tarso, chi nachi «spes non deludit», comente repitiat Paba Frantziscu, ca s’isperàntzia (e tenimus àteru puru e ateretantu importante de umanu) narat a ue semus andhendhe e tue bi ses lómpidu, o si, nadu prus terra terra, comente a mie etotu, tue puru isperas carchi cosa e andhas addainanti e no a culissegus fintzas si no isperas in su chi prus bisonzat e pertocat a sos Sardos coment’e zente bia in Sardigna.
Chi intantu, ca semus zente e no àrbures e ne berbeghes, zughimus totugantos gàrrigu de libbertade e de responsabbilidade, chi nos piagat (o ite nos depet piàghere?) o no nos piagat (e matessi dimandha).
Sa vida est isperàntzia, si no semus za mortos e amus serradu e finidu totu, e cun totu chi medas puliticantes sardos che sordados in gherra sunt menzus triballendhe (???) a nos sighire a iscorazire e bochire.
Epuru, si deo so iscrindhe custas peràulas comente tue as iscritu sas tuas, ca no semus ancora fóssiles depimus ca podimus cambiare!!
Est cussa sa libbertade e responsabbilidade, a fàghere su chi podimus, no a istare ispetendhe a bìdere si… no ischimus mancu ite.
E si no cambiamus nois ista seguru chi nos cambiant sos àteros comente mancu tue cheres e ne deo scherzo, fintzas si sa lìnia “risultante” cun sa libbertade e responsabbilidade nostra puru at a èssere una “diagonale” fintzas solu ca in su mundhu, custu mundhu fatu a bidha, no che semus nois ebbia cun matessi diritos e doveres. Ma menzus a ch’èssere e a che èssere coment’e zente cun nùmene e sambenadu e no coment’e àrbures e mancu che berbeghes.
Ecco vede Enzo quanto è necessario il dialogo , soprattutto da visuali diverse? Glielo scrivo perché la sua opzione sul “qualcuno” (la nomino così) è si guidata da un intento meritorio (voglio che gli interessi dei sardi siano realizzati) ma ha delle coordinate teoriche non chiare, e Le spiego il perché:
Non vi è nessun riferimento a una Comunità ben individuata nei suoi valori
Legata a quanto sopra non è posto in evidenza il processo di selezione di questo qualcuno se originato da un processo autentico di democrazia interna oppure attraverso quelli che si chiamano “rapporti di forza”.
La questione della Rappresentanza Politica è quanto mai problematica perché i soggetti che vi partecipano non hanno comunità politiche vere . Sta qui dentro tutta la complessità del perché dei due Poli e di come essi siano particolarmente in guardia nel neutralizzare , pardon SCONGIURARE non già la mera presenza di un terzo ma la presenza di una vera Comunità che pensa, vigila, sottopone a critica se stessa come gli altri ma soprattutto di uomini e donne, LIBERI.
Se manca questo tipo Comunità non è possibile nessun QUALCUNO.
Riconosciamolo: non saremo mai federali o indipendendenti.
Saremo come sempre “canes de sutamesa”
pronti a sbranarci per quello che Roma fa cadere o da destra o da sinistra del tavolo
Noi siamo e saremo quelli sempre sotto e ai nostri nipoti lasceremo il guinzaglio, ma dalla parte del cappio
@Angelo Secci (e a totu sos àteros Ànghelos!): Bene, zustu , Àngelo! Tocat a fàghere cantu prus manna unidade de Sardos responsàbbiles, zente séria, cumpetente e interessada a su bene prus colletivu de sa Sardigna chi no a su contighedhu personale, chentza sas matracas e fora de sos partidos italianos a divisionismu ischifosu cun chentu e una arreghèscia e iscóticu, si tenent carchi idea chi si potat nàrrere política pro sa Sardigna, pro fàghere fronte no solu a sas cosas prus graves e apretosas ma a sa cangrena, pro CAMBIARE SU RAPORTU DE DIPENDHÉNTZIA cun s’Istadu, cun d-unu ISTATUTU SARDU NOU de autonomia natzionale, cosa chi totu sos apedhiaos e ispedhiaos a contos e torracontos personales prus chi no colletivos no ant mancu tentu s’intiga e ne su tempus de presentare una proposta (de cantas ndhe ant fintzas ipotizadu in custos ùrtimos vint’annos), totu afariados a, e afogados in, afariedhos de segamigasu e bìnchere sa gherra pro domo issoro, invetze de fàghere sa faina de paghe e carchi cosa menzus.
Egregio, la formula adottata per il sistema elettorale regionale è un falso problema. Abbiamo conosciuto governi regionali di durata brevissima quando il sistema proporzionale obbligava a mettere insieme tutto ed il suo contrario. Poi è arrivato il sistema attuale che ci ha regalato perle quali l’attuale e la precedente Giunta. Ribadisco quindi: il vero problema è una classe politica scadentissima con poche idee e confuse. Ricordo, per esempio, quando Soru si propose per la prima volta con idee e proposte chiare e fattibili. Peccato che poi si perse nel mare magnum della mediocrità cui seguirono legislature altrettanto mediocri. Forse noi siamo più adatti ad essere sottomessi da forestieri che a gestirci da soli. Il resto è probabilmente fuffa. Saluti.
Ringrazio per l’interazione, in particolare Marco Casu. Aggiungo queste riflessioni. Dal momento che ritengo l’ideologia, qualsiasi ideologia, una sorta di male endemico che non lo mandi via neppure pregando in cinese, sarebbe sufficiente almeno per me che qualcuno decidesse una volta buona di fare “esclusivamente” gli interessi della Sardegna. Definisco il termine fra virgolette perché non è passato un santo giorno da che ci hanno rubati quei miserabili piemontesi all’alba del XVIII secolo, che non si veda arrivare qui chi dice che pensa al nostro bene, che farà il nostro bene. E noi fessi a credergli.
Fare il nostro bene se in contrapposizione del bene altrui implica che il nostro bene non sia posposto o accantonato.
Il lungo preambolo serve per capire che non avendo ideologia né partito, chi mi dicesse – e dimostrasse di voler fare – le cose giuste per la nostra terra io lo ascolterei. Ovviamente poi si arriva alle genti che si sono affacciate in viale Trento negli ultimi decenni e no, spiacente ma di loro so di non potermi fidare. Ma rimane il fatto che il bene esclusivo della nostra terra dovrebbe essere il solo valore a spingere un qualsivoglia candidato. In concreto, non soltanto a parole. Ecco perché dico occhio, a quei 211mila finora nessuno ha dato risposta. Se capiterà qualcuno capace di farlo, saranno una spina nel deretano di qualsiasi giunta futura, di qualsiasi colore, di qualunque ideologia.
Mi permetto di aggiungere un chiarimento, altrimenti si rischia l’equivoco:
Il citare Conte, Grillo, Schlein non è da intendere riferito a loro in quanto tali ma è strettamente inteso a soggetti COME loro e dunque, riferito a un MODO di interpretare la partecipazione.
Enzo introduce un discorso che ha il merito, indiscutibile, di sollevare la questione Capitale , madre di tutte le degenerazioni: la PERSONALIZZAZIONE nel gioco politico; o , scritto più terra terra , la rinuncia di ogni Singolo alla propria responsabilità Politica che si tratti di una scelta, un pensiero, un atto ..poco importa.
Quindi, saltare in toto quel processo di formazione della Comunità politica ,tanto necessario quanto inesistente affinché ciò che riguarda, concretamente tutti dai bambini ai più anziani, sia effettivamente partecipato.
Non mi dilungo perché , e scrivo con la massima serietà, che è altamente da parte mia auspicata una Critica di Enzo come di altri, direi anche BENEDETTA una critica a quanto testé scritto.
Quindi, riassumo , è proprio la ricerca dei vari, si , Conte, Grillo, Schlein per aprire a nuove vie o rotture, che costituisce un ri precipitare nelle stesse chiamiamole APORIE o,strade perennemente interrotte.
Legge Elettorale in vigore credo che abbia dato stabilità, ricordiamoci che in passato si cambiava giunta ogni sei mesi con Palomba furo sei ,
Il centro destra dovrebbe fare una sola cosa: tenere nascosti quei figuri che sono comparsi nella riunione di ieri. Che poi che hanno da ridere? Non c’e’ proprio un cavolo da ridere! Si nascondano! Ma poi riunioni su cosa?
Considerata l’urgenza oramai improrogabile di dare una rappresentanza politica a tutti quei sardi delusi dalla precedente e dall’ attuale maggioranza, sarebbe auspicabile che, come Soru e Maninchedda all’ultima tornata elettorale, anche altri leader si sedessero allo stesso tavolo per elaborare un programma che ambisca a risolvere i problemi sanitari, dei trasporti, del lavoro, dell’ energia e dell’ambiente, senza bandiere di destra o sinistra, solamente nell’ interesse del popolo sardo,
Avevo ragione quando scrivevo qui , che la destra scalpitava – Pittalis in testa- e a qualcuno non piaceva!
Invece a veder le immagini del vertice Oristanese sembrava di essere a Chilivani ..
Analisi come sempre puntuale nei principi di massima, non so se da tutti condivisi i particolari, purtroppo da me sottoscrivibile nelle amara frase conclusiva.
Nell’analisi come sempre ricca di spunti, c’è un passaggio che non so se sia stato volutamente accantonato. Al quale ne aggiungerò un secondo. Parlo di 211mila sardi che infischiandosene di bandiere, partiti, coalizioni, si sono ritrovate dalla stessa parte su un tema che ad alcuni può apparire strumentale, secondario, inutile quanto pare e piace ma che a loro invece eccome se interessa. E quel tema è stato brutalizzato da una parte politica (il campo largo) e sfruttato miserabilmente a babbo morto dall’altra (il centrodestra).
Nessuno sa – entro nel dettaglio aggiuntivo – quanti di questi 211mila conterranei fanno parte della massa crescente di coloro i quali non vanno più a votare disgustati dagli uni e dagli altri. Ma se anche in minima parte sono sardi che fino a febbraio 2024 si erano recati ai seggi elettorali, siamo davanti a una società sarda che ha ormai rigettato coalizioni, partiti, personaggi politici.
Se salta fuori un Grillo, un Conte, una Schlein o una Meloni (faccio esempi per dare forma alle caratteristiche) con la capacità di catalizzare e coalizzare questi sardi ormai disgustati, persino la legge elettorale farlocca che si sono costruiti per blindare le loro posizioni non servirà.
Aver calpestato un diritto chiesto con tale forza non è un bel modo per presentarsi chiedendo il voto.
Uno dei pochi limiti politici dei Segretari Natzionali del PSDAZ è quello di NON capire quando è ora di fare Su Babbu Mannu …e Christian purtroppo è troppo giovane per avere Grandi Nipoti Sardisti .. ma meglio aspettare e andare a vedere. Non si sa mai questi “Noi Sardisti “.
Intanto però non è che dobbiamo aspettare senza far niente…. E non credo che il limite , per quando scomodo pesante e pericoloso da scavalcare , sia l’attuale Fascistissima&Comunistissima Legge Elettorale in vigore . Si può anche arrivare Terzi e non Ultimi ( questo è un approccio positivo e ottimista ) se si diventa più Pragmatici ( l’unico errore che abbiamo commesso con Soru nel 2024 ) ma anche più Visionari … Dobbiamo anche avere il coraggio di correre il rischio di passare un ciclo legislativo in Minoranza con il Popolo Sardo anziché all ‘ Opposizione nel Bipolarismo, anche psichiatrico, d’oltremare.
Bisogna essere MENO sdegnosi, MENO solitari e più ORIENTATI verso la Nostra Sardegna .
Ma anche un pò disposti a prenderci meno sul serio . E a ridere …
Ps … Paolo, ricorda che in una corsa a TRE , la maggioranza potrebbe essere gia al 35% .
Quell’Allargamento di cui si fa menzione è il medesimo del campo , formalisticamente opposto.
Hanno compreso entrambi che ogni sardo non può fuoriuscire dalla camicia di forza del gioco della Rappresentanza: Quello che porta al planare del didietro su una sedia .
È sufficiente prendere visione delle riprese legate all’incontro e orientare l’attenzione sui VOLTI . Sono volti che rivelano certezza di dividendo elettorale e dunque, di Spagna
Purtroppo la Sardegna ha conosciuto la Sperimentazione del campo largo sia come Laboratorio di sgoverno e sia, come sottocultura 5 stelle che, malgrado occhi distratti, ha agito e agisce in tutto il campo politico, perché è una sottocultura che ha sdoganato la più bieca disinvoltura di azione nel negare anche i più elementari dati di fatto , non solo giuridici ma di realtà.
Ho percepito sottocultura cinque stelle anche in alcuni individui che nelle lotte contro la Speculazione Eolica sgomitavano per ottenere visibilità a tutti i costi e dunque figuriamoci quanto può essere arduo pensare a un qualcosa che rappresenti un MINimo di preoccupazione per i due Poli, che mi permetto definire “EGEMONI” e perfettamente intercambiabili.
Il pensiero non può che avere vocazione minoritaria. Cartagine continua a bruciare!
Anche oggi ..che è un altro giorno … ma sempre uguale