Lavoro: chi esulta, chi ragiona e chi prima non c’era
(…) Noi vogliamo vedere quando si produrrà il primo occupato generato dal Piano straordinario del lavoro.
Rimaniamo convinti di un deficit di cultura e pratica laburista che attraversa l’area progressista sarda da quando ha subito l’egemonia del mondo della finanza. Si ha la sensazione che quest’area talvolta si vergogni delle sue radici socialiste, come pure della cultura solidaristica cattolica, inibite da una britannica visione darwinista dei rapporti sociali che noi, invece, rifiutiamo fermamente. Non è vero che la concorrenza migliora sempre la qualità e che la competizione migliora sempre le performance delle persone. Ma di queste cose importantissime, di queste culture citate e non praticate, non aggiornate e non discusse, in Sardegna non si parla, in ragione del clima politico italiano che non parla più di problemi e soluzioni, ma di persone e di invettive.
Infine anche oggi e per sempre ricordiamo l’Accordo sulle servitù militari, fulgido esempio di subordinazione acritica e di ignoranza della storia che macchiano di amarezza e indignazione questi giorni.
(CONTINUA)