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L’omicidio di Saturnino

Posted on 30 Ottobre 202530 Ottobre 2025 By Paolo Maninchedda 5 commenti su L’omicidio di Saturnino

Oggi a Cagliari si onora san Saturnino.
Correva l’anno 303 e via Roma era trafficata di carri con buoi come oggi di macchine.
Si celebrava, nella Cagliari romana, Giove Capitolio, la massima divinità del pantheon latino.
Tutti erano in festa, esattamente come oggi per sant’Efisio.
Il toro venne sacrificato e il sacerdote si accinse a trarre gli auspici dalle sue interiora. Nel frattempo, passò da lì Saturnino, un ragazzino.
Immaginiamolo alla fine di via Roma che va facendosi i fatti suoi in direzione viale Trieste.

Il cronista del VII-VIII secolo che ci ha lasciato la Passio Sancti Saturnini (edita magistralmente da quel genio nascosto che è Antonio Piras) immagina che Dio, col transito di Saturnino, abbia fatto andare a male l’auspicio del sacerdote pagano.
Più probabilmente, era stato scelto un toro col fegato malato, magari con una cisti proprio nella zona epatica ritenuta corrispondente a Giove.
Fatto è che il sacerdote uscì dal tempio irato e certo che qualche cristiano avesse presenziato al rito; chiese dunque di fare una rapida indagine e fu così che, individuato Saturnino presso le rive di quel che il cronista chiama lacus Apollinis, lo circondarono e gli chiesero se avesse contravvenuto il divieto imperiale di aggirarsi nei pressi delle cerimonie pagane.

A questo punto, la narrazione ideologica del cronista tardivo mette in bocca a un ragazzetto che con ogni probabilità ebbe solo modo di dirsi cristiano, un comizietto ideologico: «Io sto sotto il vessillo del Signore e sono difeso dalla sua celeste virtù, non ho niente a che fare con le vostre credenze vane, i vostri idoli di pietra e  i vostri immondi sacrifici». Ovviamente, unus ex turba prese la spada e lo uccise.

Più probabilmente a Saturnino fu solo chiesto se fosse o si confermasse cristiano e, alla sua risposta positiva, venne ucciso. E io ho sempre pensato che Saturnino morì certo per la sua virtù di non negare se stesso, ma anche per la banalità del male, per lo spirito di branco, per il piacere del linciaggio che è sempre presente nelle turbe. E siccome Gramsci ci ha insegnato che a governare le masse sono sempre le minoranze, i linciaggi sono sempre responsabilità dei tanti che li fanno e dei pochi che li ordinano o li ispirano.
Dovremmo aver imparato a diffidare dei capipopolo e delle ideologie dei plurali, di quelle ideologie sempre preoccupate di fare numero, di fare massa, di fare potere, di parlare a nome di tutti. La libertà e la felicità o sono personali e, attraverso i singoli, per volontà dei singoli, di tutti, o non sono. Un dio o è tale per ogni singolo uomo, o dialoga con ogni singolo uomo, o è destino per ogni singolo uomo (diversamente da ciò che pensava Einstein col suo dio-meccanismo-universale, così caro ai massoni) o non è dio, è un dominio o una truffa.
Un abbraccio fortissimo al giovane Saturnino.

Fede, Politica, Vetrina

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Comments (5) on “L’omicidio di Saturnino”

  1. Baruch ha detto:
    30 Ottobre 2025 alle 15:29

    Tantum religio potuit suadere malorum.
    Deus sive natura

  2. Enrico ha detto:
    30 Ottobre 2025 alle 14:18

    Grazie, per questa lettura e per il senso più generale che ha.

  3. Fatima Carta ha detto:
    30 Ottobre 2025 alle 10:51

    Bellissimo articolo di Paolo Maninchedda. Concordo sulla genialità assoluta, modesta e riservata di Antonio Piras.

  4. Marco Casu ha detto:
    30 Ottobre 2025 alle 10:00

    La distanza storica svolge quell’imbarazzante ruolo di “riabilitare”
    La immagine del singolo e mai la sua attualita’.

    E’ accaduto, gia’ per Gesu di Nazaret, che paradossalmente rinuncia a “se stesso” per fare la volonta’ di altro. Ma , anche se cambiamo l’involucro, anche Ipazia in un contesto di confessione unica di Stato, rinuncio’ a se stessa per amore di Liberta’ e peri’ per mano della setta cristiana dei Parabolani.

    Non riusciamo a fare collettivamente tesoro di quella Attualita’ che, per l’appunto destino, e’ pratica di un individuo , solo e disprezzato. Abbiamo citato due distanti ma a qualcuno di piu’ “vicino”, la cose si svolsero bello stesso e identico mido, con l’aggravante che ad ospitare ed agitare il linciaggio , stavano coloro che rappresentiamo l’intellualita’ Politica e Culturale. Pier Paolo Pasolini che Federico Zeri paragono’ a Caravaggio.
    Oggi e’ veramente problematico trovare un singolo perche’ il Tifo da massa ha fatto uno sterminio di questa dimensione. Peggio, di gran lunga peggio delle soppressioni citate sopra. Magari c e’ e chissa’ dove ma il rumore , il chiasso del condominio e’ implacabile.

  5. Mm ha detto:
    30 Ottobre 2025 alle 08:19

    Leggere Elias Canetti per capire come e perché avvengano questi fatti. Tutti ci stupiamo, nessuno che intervenga per impedire. Anzi, il malcapitato è lasciato solo solissimo.

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