Ieri l’avvocato Fercia ha diffuso questa lettera aperta indirizzata al presidente facente funzioni della Corte d’Appello.
Non la commento perché è scritta in perfetto italiano.
Soggiungo solo che io non ho mai assistito in vita mia a una crisi istituzionale così profonda, che è anche una crisi morale e culturale.
Non nascondo, per la forza e l’interrelazione dei poteri in campo, di provare un’angoscia profonda.
Ovviamente, i giornali sardi minimizzano (L’Unione non richiama in prima questo documento, che, tra le altre cose e in mezzo a una lezione di diritto in punta di penna, per la prima volta pone la questione di chi sia l’avvocato difensore della presidente della Regione e di quali siano le sue relazioni; La Nuova censura il caso. Siamo al regime).
Indicativo del clima irrespirabile è che nessun giornale pubblichi la dichiarazione rilasciata ieri dal deputato Pietro Pittalis, vice-presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, che riporto integralmente riprendendola dal sito dell’Ufficio Stampa del gruppo parlamentare di Forza Italia:
“In relazione al contenzioso pendente nanti il Tribunale di Cagliari sull’ordinanza ingiunzione resa dal Collegio elettorale di Garanzia presso la Corte d’Appello di Cagliari, secondo L’Unione Sarda sarebbero in corso manovre per revocare il collegio difensivo nominato dalla Presidente della Corte d’Appello per incardinare la difesa sull’Avvocatura dello Stato che si è già pronunciata in senso negativo rispetto al suo coinvolgimento. Se la notizia fosse fondata e’ del tutto evidente che siffatta iniziativa costituirebbe una inusuale e immotivata alterazione della linea difensiva. Verificherò la fondatezza della notizia, riservandomi di assumere ogni consentita iniziativa investendo della questione i Ministri competenti”.
Certo che un rinvio dell’udienza in Tribunale a data successiva al pensionamento della Cucca non fa ben sperare.
Che brutta aria che tira.
Cresce il malcontento ma solo pochi hanno ancora la forza di reagire.
Ringrazio il Professor Manincchedda per questo suo gravoso impegno e che continua a difenderci nonostante, probabilmente, non lo meritiamo.
Oggi il nostro grazie va anche all’ avv. Fercia che alimenta questa energia.
Grazie
Questa vicenda sta ormai assumendo contorni grotteschi. Non entro nel merito delle argomentazioni “in punta di diritto”, anche se la lettera del Prof. Fercia al Presidente della Corte d’Appello ff mi sembra tutt’altro che campata per aria. Da sprovveduto quale sono e fui mi pongo invece un’unica domanda: se, al termine di questo infernale tourbillon, le ragioni della Todde fossero riconosciute, ciò significherebbe che la norma che impone la nomina del Mandatario Elettorale per presentarsi a qualsivoglia elezione, e’ da considerarsi definitivamente abrogata ?
è passato un anno e mezzo ed ancora siamo ai preliminari queste cose dovevano essere risolte in una settimana invece finiranno la legislatura e vedrete che faranno fuori l’avvocato Fercia
Scrive nella veste di vicepresidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati? Le basta?
Egregio professore, tanto impegno per tentare di scongiurare la perdita della presidenza, dimostra, aldilà di ogni dubbio, soprattutto fortissima preoccupazione di uscire sconfitta in tutti i ricorsi. Se tanto lavoro, tempo, fatica fisica e mentale, fossero utilizzati nell’affrontare e risolvere i grandissimi problemi della Sardegna, quanto ci guadagneremmo!
Conflitti di interessi a binario unico?
in che veste scrive l’Avv. Pittalis ( è casuale la scelta dell’Ufficio stampa di Forza Italia)?
Grazie
Se ha dovuto giocare d’anticipo è evidente che i problemi ci siano e anche rilevanti. In bocca al lupo all’Avvocato.
Mah!
Troppi cadaveri giuridici nel percorso di questa “Presidenza della prima volta” e il Troppo , spesso, diviene apparenza concentrata sul singolo.
Questa lettera di Fercia , ad esempio, per me costituisce per la Leonessa una mazzata che anche se non intensa come quella inferta dal Collegio di Garanzia, risulta senza equivoci, ragguardevole ; eppoi, divertente, il numero dei punti in cui e’ suddiviso il testo e’ tale e quale il numero dei rilievi dell’ingiunzione – decadenza: SETTE.
A parte questi inoffensivi dettagli (inoffensivi circa la comprensione di questa INTERA vicenda) si ha comprensione degli eventi solo da un punto di vista Giuridico. Scrivo Giuridico perche’ su quello Politico , confesso in via del TUTTO personale che i pezzi non dispongono della scacchiera adeguata. Tornando nel luogo del “misfatto” , ad esempio, non ho mai dato credito alla versione che la mancata nomina del Mandatario sia il frutto di una oggettiva incompetenza in termini di interpretazione della Norma elettorale; eppure su questo punto si e’ sorvolato (di troppo) perche’ non si puo’ dimostrare , perche’ non e’ rilevante, carta canta eccettera eccettera.
Secondo me siamo in presenza di un assonante analogia tra le vicenda della caduta del secondo governo Conte e di questa. In questi termini: quella caduta evito’ a quella esperienza gia’ disastrosa di per se il Nefas della scomparsa del soggetto politico. Ci di crollo del consenso ma al Sud ci fu tenuta e il campo largo ebbe il suo inizio. Qui , intrabedo il medesimo epilogo , ovvero sembra che vi sia una convizione di fondo che una esperienza Politica di governo abbia i suoi Apici, i suoi culmini solo in periodo elettorale mentre nella fase di governo si faccia strada la necessità (anch’essa elettorale) di opportuna interruzione.
Dove non vi è progettualità Politica vi è tattica permanente di sopravvivenza.
Egregio, è evidente che vi sia chi, murigando, ottiene le ben note conseguenze. Intanto è emersa la sinora nascosta notizia del ricevimento dell’avviso di garanzia di Todde (non esiste lobby più informata di quella degli studi legali). Per il resto è evidente il possesso di pistoccu in bertula del Prof. Fercia. Concludo richiamando il proverbio messicano citato in un famoso film con Clint Eastwood: quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, l’uomo con la pistola è un uomo morto. Ne vedremo delle belle. Saluti.
La sua mail è sul sito docente dell’Università:
https://web.unica.it/unica/it/ateneo_s07_ss01.page?contentId=SHD30382
Con riferimento alla pagina 3 della VII considerazione della lettera aperta NOMINO l’ avv. prof. Riccardo Fercia a rappresentarmi in giudizio “a difesa dei miei inviolabili diritti ed interessi” nella causa 477/2025 R.G. del Tribunale di Cagliari. Roberto G.
Facciamolo tutti, se tecnicamente è possibile. Sarebbe possibile avere un contatto del Professor Fercia per formalizzare la nostra volontà? Grazie
Aver voluto far passare Riccardo Fercia per un pereccottaro ignorante è un errore gravissimo che gli si ritorcerà contro. Uno che ha rinunciato alla carriera in magistratura (è arrivato 1° al concorso) per non sottostare a giochini e compromessi, non accetterà di buon grado di essere messo da parte. Non riusciranno a farlo tacere! Per fortuna in questa società di negletti, ci sono ancora persone come lui! Salvare il soldato Fercia è diventata una questione di civiltà giuridica e morale!
La battaglia di Montecassino vide l’azione combinata di due gruppi d’armate. Le forze alleate, pur preponderanti, non riuscirono infatti nel loro intento: violare l’importante posizione difensiva della linea Gustav. Gli americani calcolarono che per ogni tedesco morto la spesa per il contribuente americano era, allora, di 25000 dollari. Sarebbe stato forse il caso, dunque, di proporre quella cifra esorbitante alle truppe tedesche lì asserragliate, cosicché si potesse liberare velocemente la posizione difensiva e nel contempo evitare ulteriori spargimenti di sangue.
Ebbene, a fronte d’una “miserissima” rendicontazione a cui la presidente doveva soggiacere, le spese per la sua difesa, nel caso oramai noto della decadenza, supereranno le centinaia di migliaia di euro. La domanda sorge spontanea: ne valeva la pena?
Si scoprirà poi, forse, di tutta questa storia in stile Costa Concordia ( dove sarebbe bastata semplicemente un’azione istantanea del timone, inspiegabilmente vincolato nonostante l’ordine perentorio di Schettino) che il tutto è nato da un sodale (o bodale?) alquanto “distratto”,
Quello che sta accadendo ha dell’incredibile.
Ma le parole di quest’uomo che non abbassa la testa e tiene la schiena dritta danno speranza.
Come lei che ha il coraggio di scrivere seppure non nascondendo uno stato che in molti condividiamo: l’angoscia pura.
Con estrema stima e compiacimento desidero esprimere il mio apprezzamento per l’eccezionale rigore, la competenza e la profonda professionalità manifestata dall’avv. Fercia nella sua lettera aperta. Un testo denso, lucido, e al tempo stesso coraggioso, che non solo chiarisce con puntualità giuridica la sua posizione, ma denuncia con determinazione una situazione istituzionalmente grave e moralmente inaccettabile.
Colpisce la coerenza e la trasparenza dell’impegno assunto a titolo gratuito, nell’interesse esclusivo del Collegio di Garanzia, così come l’elegante fermezza con cui vengono smascherati i tentativi di manipolare le regole a vantaggio di posizioni chiaramente viziate da conflitti di interesse. L’avv. Fercia ha saputo mettere in luce, senza retorica ma con profonda autorevolezza, non solo il profilo tecnico-giuridico della vicenda, ma anche il drammatico degrado etico-istituzionale che essa riflette.
In particolare, la questione del duplice e macroscopico conflitto di interessi – che coinvolge non solo la Giunta regionale, ma anche la sua Presidenza e addirittura il potenziale collegio difensivo – appare come un’ulteriore, gravissima ferita inferta alla credibilità delle istituzioni. Ed è incredibile e allarmante che, in presenza di un’ordinanza-ingiunzione emessa a norma di legge – che ha sancito la decadenza dal ruolo di Consigliere Regionale e, di conseguenza, anche da quello di Presidente della Regione, sebbene quest’ultima debba ancora essere formalmente ratificata dal Consiglio Regionale – si tenti ancora di forzare le procedure e alterare i ruoli, in aperto contrasto con l’interesse pubblico.
Il senso di incredulità è accompagnato da una crescente preoccupazione per una crisi istituzionale ormai profonda, che si rivela essere non solo giuridica, ma anche morale e culturale. Un sistema che sembra non riconoscere più i limiti della legge né i principi fondamentali della separazione dei poteri rischia di trascinare con sé l’intera Regione Sarda, danneggiando irrimediabilmente la fiducia dei cittadini.
Faccio mia la voce del prof. Maninchedda di forte angoscia per la forza e l’interrelazione dei poteri in campo, che oggi appaiono orientati più alla difesa di posizioni personali che al bene collettivo. Di fronte a tutto ciò, parole come quelle dell’avv. Fercia rappresentano un baluardo di legalità, di integrità e di speranza per chi ancora crede nella funzione alta e nobile del diritto come garanzia dell’ordine democratico.