Cammino per il quartiere di Friedrichshain a Berlino e tra un palo della luce e un cestino riconosco istantaneamente una bottiglia che mi ricorda casa. Una Ichnusa è poggiata per terra, in piedi. Lasciare una bottiglia in strada in Sardegna sarebbe maleducazione, qui è gentilezza. In questa città si beve spesso mentre ci si sposta e succede di trovare bottiglie ai bordi delle strade. Ma non sono scarti da ignorare. Per i Pfandsammler (i raccoglitori di bottiglie) quel vetro è un piccolo tesoro.
Quella bottiglia racconta due mondi diversi. Per capirlo, bisogna partire dallo Späti. Lo Späti è l’abbreviazione di Spätkauf, una parola composta da spät che significa “tardi” e Kauf che significa “acquisto”. È un minimarket aperto fino a tardi ma è molto più di questo. È il bar di quartiere di Berlino, aperto spesso 24 ore su 24 con un frigo di birre fredde, snack, tabacchi, e due panchine traballanti fuori.
Fuori dallo Späti la gente si ferma, si siede, scambia due parole con sconosciuti, poi riparte. È un luogo di transito, non di appartenenza, la socialità è “fuori”, che diventa punto d’incontro.
A Berlino c’è una parola che descrive come i berlinesi bevono la birra: Wegbier, letteralmente “birra da passeggio”. Qui la birra non si beve attorno a un tavolo, si beve camminando tra una stazione della metropolitana e un parco, o da un parco a una festa. Questo è il riflesso della metropoli, non c’è attesa, tutto è frettoloso e scandito dal ritmo della città.
Eppure, nonostante la fretta, i berlinesi hanno trovato la gentilezza nell’anonimato.
Quando finisci la birra, la bottiglia la lasci accanto a un cestino, a un palo della luce o vicino alla fermata di un bus, ma non la stai abbandonando, la stai mettendo in circolo. In una città dove quasi nessuno si conosce davvero, questo gesto crea un filo invisibile di solidarietà urbana tra chi beve e chi raccoglie.
La bottiglia è un segnale per i Pfandsammler, molto spesso persone senza fissa dimora che riescono così a incassare fino a 15-20 € al giorno (alcuni giorni anche di più) raccogliendo e restituendo i vuoti. Le bottiglie o le lattine vendute in Germania hanno un deposito cauzionale (Pfand) obbligatorio: 0,25 € per le lattine e le bottiglie in plastica, 0,08-0,15 € per le bottiglie in vetro.
Il tasso di restituzione infatti è il più alto al mondo, il 98%.
Sulle etichette trovi il logo DPG (Deutsche Pfandsystem). Se quel logo c’è, puoi restituire il contenitore presso le macchine automatiche nei supermercati e recuperare il deposito.
In Sardegna, il bar di paese funziona molto diversamente. Non è un negozio dove la gente di ogni tipo va e viene. Il proprietario conosce tutti i clienti, sa la storia delle famiglie, ed è a volte psicologo, consulente e amico. Nella tipica realtà di provincia apre alle 6 del mattino per il caffè e chiude alle 22-23.
Qui ci si siede al tavolo, non si ordina una lattina da bere in solitaria, ma una 0,66 da condividere. Si resta per un’ora, due ore, a volte tutta la sera. Le conversazioni sono le più disparate: calcio, politica locale, si parla di chi si è sposato, di chi ha trovato lavoro, di chi è emigrato.
Il bar di paese è anche luogo di controllo sociale. Tutti sanno chi entra, chi beve, chi sta con chi. Ad esempio, una donna sola che beve una birra può diventare oggetto di conversazione per giorni.
Non esiste un sistema di deposito cauzionale come il Pfand tedesco, la bottiglia rientra al bancone grazie alla relazione con il cliente e, se è da vuoto a rendere, sarà poi il barista (o chi per lui) a riportarla al distributore e a recuperare il deposito.
Le differenze tra i berlinesi e i sardi sono di natura antropologica. Mostrano due modi opposti di concepire lo spazio, il tempo e la comunità.
A Berlino, lo spazio pubblico è anonimo ma libero. Il giudizio pesa meno, puoi sederti su uno sgabello fuori dallo Späti accanto a uno sconosciuto, scambiare due parole, e ripartire senza che nessuno ti chieda nome, cognome, o storia familiare. La grande città ti libera dal controllo sociale, ma può condannarti alla solitudine.
Il Wegbier è la sintesi, sei solo con la tua birra e con la città, invisibile tra la folla.
In Sardegna, nello spazio pubblico ogni gesto ha un peso. Se bevi da solo o con qualcuno, se resti tutta la sera o solo mezz’ora, se scegli una birra “estera” invece dell’Ichnusa. Tutto viene notato, interpretato e commentato.
La bottiglia di Ichnusa che ho visto in strada a Friedrichshain racconta anche una storia di migrazione e identità. Ichnusa si può trovare a Berlino, ma solo in negozi specializzati dove la vendono a 4-5 € a bottiglia. Ma per i sardi emigrati quella bottiglia è un frammento di casa. Un oggetto che connette l’isola alla metropoli.
La bottiglia che ho visto aveva anche il bollino del Pfand. Qualcuno l’ha bevuta pensando alla Sardegna, poi l’ha poggiata per terra, in piedi, in bella vista a fianco di un cestino e a un palo della luce perché un senzatetto tedesco potesse riscattare qualche centesimo. L’Ichnusa, quindi, qui compie un doppio viaggio, dalla Sardegna a Berlino e all’interno del tessuto di solidarietà della città, diventando un ponte tra identità e povertà.

E la ichnusa fa una bella e inutile pubblicità che invita a non berla se la devi buttare. Sapendo bene che non essendoci vuoto a rendere le nostre strade sono piene di.bottiglie.
Il meccanismo di recupero dei rifiuti basato sulla ricompensa monetaria che diventa strumento di solidarietà è da un lato uno spunto per definire i nostri meccanismi di incentivazione al recupero e dall’altro un bell’esempio di come anche in questi tempi malati ci sia chi in qualche misura riesce a rimanere umano.
Mi si consenta un appunto. Quando a tale descrizione si mescola il confronto tra il modello di social drinking di una grande capitale europea con quello di un piccolo paese sardo (al paese mio l’Icnusa non la beve quasi nessuno) lasciando intendere una sorta di eccezionalità sarda si commette un errore metodologico da matita rossa.
Émile Durkheim, il famoso sociologo francese vissuto tra otto e novecento ha spiegato le differenze tra i piccoli centri e le città nei meccanismi di coesione sociale.
Non che sia sbagliato dire che il bar di paese in Sardegna funziona diversamente da Berlino. Ma non è una questione geografica. È il paese che funziona molto diversamente dalla città. Ovunque.
Il controllo sociale è un elemento tipico dei piccoli centri, in Sardegna come altrove. Il bere da solo in un luogo dedicato alla socialità verrà notato, interpretato e commentato in qualsiasi piccolo centro, non solo in Sardegna. Se fai parte di una piccola comunità e vai al bar per bere da solo il meccanismo di controllo sociale si attiverà indipendentemente dal fatto che tu sia uomo o donna, non solo in Sardegna.
A mio avviso l’articolo è interessante ma trovo fuori luogo i riferimenti alla Sardegna che anziché aggiungere tolgono valore.
in Italia nei supermercati si possono riciclare solo le bottiglie in plastica in PET non sarebbe male mettere anche il vetro si sente ogni tanto che il parlamento vuole fare una legge per la cauzione per il reso ma poi non se ne famai nulla
Che interessante!
Credo che se lo stesso sistema fosse adottato in Italia avremo meno rifiuti abbandonati per le strade e una percentuale di riciclo assai più elevata.