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I Sardi muoiono di più, ma Forza Cagliari!

Posted on 12 Giugno 202512 Giugno 2025 By Paolo Maninchedda 8 commenti su I Sardi muoiono di più, ma Forza Cagliari!

L’ultimo rapporto Crenos sull’economia della Sardegna è una miniera di dati e di spunti di riflessione per chi davvero voglia cimentarsi nell’attività sarda più latitante: governare i processi avendo idee adeguate alla grandezza dei problemi.
Il mio posizionamento personale di opposizione a questa Giunta, ai suoi linguaggi e alla sua prassi da panem et circensens (Nuoro docet), nasce proprio dal constatare l’assenza di idee, il vuoto di visione che affligge la Todde e i suoi.
Certo, si potrebbe obiettare, il vuoto sembra fare meno danni del troppo pieno, che invece colpisce l’Amministrazione di Cagliari, urbe sì con idee, ma sbagliate, quale quella di migliorare la città col privilegio finanziario (vedi i milioni erogati dal Consiglio regionale per la sporcizia di Cagliari – che è rimasta tal quale – prodotta da chi vi si reca quotidianamente… siamo alle comiche!) e col privilegio di casta, ossia con il favore amministrativo e finanziario riconosciuto a chi i soldi li ha già, a chi potrebbe fare gli investimenti da solo, ma che, invece, per genuflessione di ceto riceve ingenti risorse pubbliche. Si consideri, per esempio, lo Stadio (lasciamo da parte il tennis per carità di patria), che Giulini potrebbe assolutamente finanziarsi da solo, cui invece si danno cinquanta milioni di euro di risorse pubbliche. Cagliari e l’hinterland sono pieni di povertà estreme nascoste dal pudore e dalla spessissima e lucrosissima nebbia della burocrazia del terzo settore, ma, per non sbagliare, si danno cinquanta milioni di euro a Giulini che estremamente povero non è. Forza Cagliari!

In questo quadro di vuoto, privilegio e boria, fa male leggere uno dei primi dati che il Rapporto Crenos commenta: in Sardegna si muore più che altrove. Guardiamo questa tabella:
Lasciamo perdere, perché sarebbe lungo parlarne, gli anni della pandemia e prendiamo solo il 2023: in Sardegna si muore due volte in più che nel Mezzogiorno e otto volte in più che nel Centro e nel Nord Italia. Altro che isola dei centenari! Siamo l’isola della strage e non ne parliamo, stiamo zitti, perché le prime pagine dei giornali (sempre più uguali) sono per il regalo munifico dello Stadio.

Il Crenos, ovviamente, calcola anche il tasso di mortalità in assenza dell’effetto prodotto dall’invecchiamento della popolazione, e il risultato migliora un po’ e ci dice che il 2023 è ancora sotto l’effetto lungo della pandemia, però non può non considerarsi che l’età media della Sardegna è 48 e rotti anni e che, dunque, scorporare l’effetto naturalmente prodotto dall’invecchiamento sul tasso di mortalità, in una società di vecchi, assume profili di ostinato ottimismo.
Ma ciò che importa sono le conclusioni: «I fattori che determinano in Sardegna un miglioramento meno marcato delle condizioni di sopravvivenza sono ovviamente vari e necessitano di un’ulteriore indagine che esula dall’obiettivo di questo focus, ma sono sicuramente da attribuirsi, anche, alla qualità dei servizi offerti e dalla capacità di raggiungere l’utenza del Servizio Sanitario».
Nell’italiano di plastica con cui il mondo accademico insegna a vestire la realtà, queste parole significano una cosa sola: moriamo di più perché ci curiamo di meno.
E se si vuole capire perché non ci curiamo, si legga l’articolo di Franco Meloni, pubblicato oggi sull’Unione Sarda, che spiega come e perché la rete oncologica regionale sia rimasta sulla carta e non funzioni e da quali barroccaggini politiche e burocratiche sia appesantita. Forza Cagliari, però!

Politica, Sanità, Vetrina

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Comments (8) on “I Sardi muoiono di più, ma Forza Cagliari!”

  1. Mike ha detto:
    13 Giugno 2025 alle 17:51

    Ricordo che il Presidente Cellino voleva fare lo Stadio del Cagliari utilizzando le sue risorse e senza incidere sulle tasche dei contribuenti. L’allora sindaco di cagliari e giunta si misero di traverso e dopo tanto battagliare non se ne fece niente (qualcuno in consiglio obiettò che il Presidente Cellino si volesse arricchire con la fissa del centro commerciale nel complesso dello stadio…. mah…posti di lavoro in più???noooo!). Vabbuò, e ora/adesso??? (Credo che il sindaco sia lo stesso di allora) Ma che caspita! Quelle risorse, provenienti dalle tasche dei contribuenti, non sarebbe stato più opportuno investirle nel comparto del grande malato “sanità”?

  2. Stefano Locci ha detto:
    12 Giugno 2025 alle 16:16

    Egregio, il combinato disposto delle osservazioni manifestate da Franco Meloni (chi ben conosce la sanità sa molto bene che riunire allo stesso tavolo più di 5/6 specialisti/scienziati/luminari significa non decidere una mazza) con le osservazioni manifestate da un giornalista sportivo su questo blog, significano solo una cosa: non paghi di dover sborsare (chi può) cifre considerevoli per recarsi nella penisola nella speranza di salvare la pelle, i Sardi malati oncologici (come il sottoscritto) si consoleranno potendo chiedere un loculo nel nuovo stadio. No, non siamo su Marte siamo in Sardegna, Italia, Europa, Mondo. Saluti.

  3. Antonio ha detto:
    12 Giugno 2025 alle 15:15

    Signor Vincenzo S. Credo che il Prof. Non c’è l’abbia con Giulini ma con la Politica Regionale e Comunale

  4. Vincenzo S. ha detto:
    12 Giugno 2025 alle 12:52

    A lei questo finanziamento non scende giù, si capisce. Nel mio piccolo (sono il giornalista sportivo che di stadi si è occupato prima ancora che a Torino balenasse l’idea di radere al suolo il Delle Alpi per farci lo stadio “della Juventus”) credo di conoscere piuttosto bene la materia e, in diverse occasioni, ho provato a spiegare come sono andate le cose. Mi rendo conto di non possedere appeal, avendo preferito sempre evitare i riflettori al contrario di molti miei colleghi. Però i fatti sono fatti anche se li racconta l’ultimo degli ultimi, ovvero io.
    ..
    Il “finanziamento” ha una storia alle spalle. La storia di un progetto che il privato (Giulini o chi per lui su legge 147 dicembre 2013) aveva pronto a fine 2017, costo 70 milioni tutti a carico del privato. Neppure un centesimo di soldi pubblici. Poi succede che i soggetti pubblici (RAS e Comune di Cagliari) hanno deciso che dovevano ficcarci il naso, volevano un progetto più grande per correre verso Euro 2032 e allora: 1 – fare uno stadio con 6000 posti in più e 2 – dotarlo di tutti i requisiti strutturali e tecnici per essere omologato dall’Uefa per gare internazionali di fascia uno, ha comportato un immediato balzo dei costi previsti nell’ordine di 50-60 milioni, più tutta la fase di progettazione che ovviamente doveva ripartire da zero, dato che rispetto al progetto originario veniva escluso (per opportunità, si disse nel 2019) il centro commerciale che era uno degli elementi che partecipava a concorrere la sostenibilità economica (secondo la 147/2013) dell’impianto. I 50 milioni messi sul piatto dalla RAS e i 10 messi sul piatto dal Comune di Cagliari, nonostante la mia supplica a Giulini (allora ci parlavo spesso, poi ho smesso) di non intrecciare le sorti dello stadio con la politica, erano il partecipare ai diversi costi necessari per assecondare le brame europee di RAS e Comune di Cagliari.
    ..
    Lo chiamerei ristoro spese, ma restiamo sulla definizione finanziamento. Ove Regione e Comune si fossero fatti i cavolacci loro, il progetto già avanti con l’iter nel 2019 sarebbe diventato stadio entro tre anni pur passando fra pandemia e guerra da cui praticamente è nata una spirale di aumento dei costi dei materiali che oggi sfondano quota 200 milioni. Giulini se lo potrebbe costruire per intero anche con i nuovi costi, questo stadio. Ma lei professore, davvero pagherebbe di tasca questo sproposito di aumento a causa di una esplicita (pressante?) richiesta della Regione Autonoma e del Comune di Cagliari? Stiamo parlando di 130 milioni professore, il prezzo dell’ambizione della politica. Non dell’imprenditore privato Tommaso Giulini, senza trascurare il fatto che si chiama per comodità nuovo stadio del Cagliari ma in realtà si tratta del nuovo stadio della Città di Caglilari, il cui Comune mantiene la proprietà.
    ..
    Con Giulini ho interrotto le comunicazioni per motivi forse banali (penso e pretendo di capire di calcio in un modo diverso rispetto a lui) ma ogni volta che si parla di questo stadio e si descrive come un favore immeritato quel finanziamento, beh mi viene spontaneo provare a ricordare determinati passaggi.
    ..
    Non me ne abbia, comunque.

  5. Antonio ha detto:
    12 Giugno 2025 alle 11:18

    Franco Meloni oggi nel suo intervento cita la Giunta Solinas che con DGR del 2023 approvava la rete oncologica 2023-2027 con intesa Stato Regione mentre la Todde approva la delibera 28/33 del 14.05.2025 che integra la delibere del 2023 della giunta Solinas poi istituisce un comitato scientifico di 24 membri e 55 di coordinamento più altri quattro in cabina di regia in tutto 83 persone e meno male che stanno cambiando passo

  6. Mario Pudhu ha detto:
    12 Giugno 2025 alle 10:57

    … Deo so fatu “a sa russa” (ma nudha it’e assemizare a su “russo”) fintzas ca sas cosas chi sos Sardos tenimus bisonzu, sempre prus bisonzu, de cambiare no sunt pudaduredhas de carchi rampighedhu sicu o fintzas friscu (e cantos, como!) ma, comente mi naraiat babbu chi l’aiat intesu a sos Italianos, «succhioni» (lampu, gai, a succhiare!) e in sardu, comente narat su Campidanesu namus pillonàciu, pillonatzu, pigionatzu (ma sempre totu in –atzu, chi in sardu no est mancu s’italianu –azzo, ma sempre cosa de segare, estirpare, mih!, ca sinono torrat su coltivadu bonu a logu arestadu, selvatico, irbandhonadu, a mere mortu e adiu s’ortu, ispérdidu s’ortu!
    Su de ‘segare” dae fundhu est sa ‘àrbure’ mala, tocat a segare in russu! Pro lassare crèschere e pesare àrbure noàdile cun sa fortza de totu sas raighinas.
    E mi dimandho candho est chi sos Sardos, chentza mancu medas distintziones, si ischimus e cumprendhimus inue semus e si semus zente digna de nos nàrrere zente e no berbeghes, si cumprendhimus comente semus postos e leados (e lassados!) che la frundhimus a su muntonarzu de s’arga «indifferenziata» (alias «secco») sa merda de sos partidos italianos invetze de iscalita a fàghere carriera de…
    E merda, eja, liofilizata ca no fragat (e goi no est mancu maleducatzione ca no assemizat a su sardu merda, ma sempre caca est!).
    Si zughimus cusséntzia de zente e no tostorrìmine de tostorrudos presumidos o peus interessati a contighedhos personales in su muntonarzu a su postu de sa frimmesa de sa resone e su dovere e piaghere de nos guvernare pro su bisonzu in sa Sardigna chi tenimus e prus pro unu menzus bene.
    Si poi sos partidos italianos, si bi ndh’at, campant àteros milli annos, andhent in bonora!
    Deo so faedhendhe de sos Sardos. E, chentza èssere profeta, in sos annos ’80 mi aiant fatu bènnere a conca una cantone (no poesia, eh, cantone!): “Sos carrammerda sardos” dedicata, (tupàdebbos sas origras, ma abberide sos ogros) a sos deputados e senadores sardos. Própriu gai, deputados e senadores sardos, indistinti (sos annos, si cheret nàrrere carchi cosa, fia “militando” in su PSd’Az.).
    Mi azis a nàrrere chi in cussos tempos bi aiat àtera “stoffa”! Eja!
    Ma sempre «made in Italy» e como fintzas de àtera “stoffa” sempre prus meda meda Italy.
    Mi dimandho: ma semus totugantos essidos caentes caentes de s’iscallatóriu?
    Ma semus totugantos zoghendhe a nos ispèrdere comente mancu s’apesta?
    Ma semus solu unu muntonedhu de rena chi si li faghent una pissiada a subra (e a nois nos faghent fintzas meda àteru prus “consistente”) noche trazat a donz’ala ca perunu ‘tzimentu’ nos ponet paris e faghet èssere cumpatos pro sos bisonzos e males prus mannos nostros e a donzi modu pro sa responsabbilidade de nos guvernare in sa realtade de oe?
    Semus totu iscazados, bidhajos, bidhùnculos, totugantos ateistas cristianos polìticos preìderos pastores e santos? Amus totugantos istudiadu a fàghere sos tontos e menefreghistas, bonos “in proprio” e colletivamente muntonedhu de rena chi pìssiu e bentighedhu isperdent peri su logu e peri su mundhu? Amus imparadu solu a pessare male de nois etotu, iscorazidos, mortos innantis de mòrrere ma ispetendhe sos miràculos de sos carrammerda?
    Ànimu, patriotos!
    Chi fintzas a mòrrere semus bios! Cambiamus pessamentu e fàghere!

  7. Silvana ha detto:
    12 Giugno 2025 alle 08:36

    Il rapporto Crenos è ormai da oltre trent’anni una miniera preziosissima di informazioni, e sarebbe utile per chi ci governa studiarselo bene e prenderne spunto; ricordo che lo scorso anno, il giorno della presentazione, la Todde era ad Olbia e si faceva immortalare, in puro salvinistyle, con il casco da rally auto, ed io pensai che forse avrebbe fatto meglio a venire all’Universita, che forse avrebbe imparato qualcosa sulla regione che stava iniziando a governare, magari anche solo quanti abitanti siamo. L’unica volta che, proprio ad inizio mandato, la invitarono dalla Gruber ad Otto e mezzo riuscì a dire che siamo un milione ed ottocentomila. Poi non l’hanno mai più chiamata.
    E comunque, metti che l’altro giorno avesse impegni superiori, metti che le copie cartacee del Rapporto siano terminate (vanno sempre a ruba), segnalerei che sul sito del Crenos il rapporto è scaricabile.

  8. A ha detto:
    12 Giugno 2025 alle 08:32

    Ma non doveva pensarci RombodiTodde?
    Mi sembra di aver letto che sia in aria di rimpasto, speriamo bene 🤞

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