L’emendamento presentato dalla Giunta, in sostituzione dell’art.2 del Disegno di Legge nato con l’ambizione della moratoria dell’eolico selvaggio, è sicuramente migliorativo della presa in giro precedente, ma ancora non centra l’obiettivo e rivela una deficienza (nel senso della mancanza) di competenze elevate negli staff della Giunta, nonché l’incapacità di dar vita a un’équipe seria per individuare le aree idonee (è fuori della portata intellettiva di questa Giunta capire che serve, per le aree idonee, una Unità di progetto?).
Infatti, il primo punto da rilevare è che la legge pone in capo alle Regioni l’individuazione delle aree idonee; l’emendamento presentato sta a monte di questo compito e fa legislazione difensiva, fa resistenza passiva, esattamente ciò che la legge vieta di fare e che sta alla base già di due bocciature di leggi regionali da parte della Corte Costituzionale, giacché individua le aree non idonee, cioè l’opposto di ciò che dovrebbe fare. La legge verrà certamente impugnata.
L’emendamento, poi, continua a fossilizzarsi in ragionamenti esclusivamente paesaggistico-urbanistici e non anche di politica dell’energia. Questo è un errore concettuale che, per esempio, porta la norma a non intercettare l’eolico off shore (che, a differenza di ciò che si pensa, può diventare un’occasione per contenere l’assalto piuttosto che una minaccia, ma ne riparleremo). Come pure, tra i fatti salvi, si ritrovano le operazioni di rewamping degli impianti esistenti, senza che se ne impedisca l’incremento di produzione e di impatto (si veda il ‘lenzuolo’ odierno di Pili sull’Unione).
Il comma 2 blocca, per un massimo di 18 mesi, le procedure in itinere che ricadono nelle aree di cui al comma 1. Questo è uno degli aspetti positivi, perché nella prima redazione non si aggrediva ciò che era in itinere, ma è scritto male ed espone a un contenzioso con oneri finanziari certi.
Il comma 1 elenca le aree in cui è fatto divieto realizzare gli impianti non per autoconsumo (compreso l’ambito urbano totalmente) e tutte le aree già protette, però si sono dimenticati che i SIC, in pratica, non esistono più e sono stati sostituiti dalle ZSC (Zone Speciali di Conservazione) e, cosa ben più grave, non dicono nulla sulle aree percorse da incendi negli ultimi dieci anni. Si tratta di aree molto estese che vanno sottoposte a tutela.
Confesso di non aver capito perché nell’elenco delle non idonee stanno anche tutte le aree già tutelate e vincolate dalla legge. Che senso ha ribadire che dentro la fascia dei 300 metri dalla battigia e dai laghi non si può far niente? Mi sembra fumo negli occhi. Perché elencarle, se già individuate come non idonee?
Se si tratta di una misura di cautela perché a Ottana pur essendo in una ZPS, ma inserita formalmente in area industriale, l’impianto è stato approvato, si consideri che lì il problema era di perimetrazione reciproca di ZPS e area industriale; si trattava di un problema specifico che al massimo avrebbe richiamato un comma di dettaglio, non un elenco inutile come questo.
Le distanze di 7 km dai beni culturali, riprendono la distanza massima prevista dalla bozza del DM rivista nei giorni scorsi.
Insomma, è uno strumento migliore del precedente per una prima resistenza (secondo me la Corte, lo fa saltare in 3/4 mesi), ma non risolve il problema e ha zone d’ombra veramente incomprensibili.
Il principio inserito nella norma nazionale (le Regioni individuano le aree idonee) è finalizzato proprio a fare saltare le difese passive, come quella proposta con questo emendamento.
Il fatto preoccupante è che si conferma come questa Giunta cerchi più devoti che persone intelligenti, competenti e capaci.
Il fatto che il Pd non abbia presentato emendamenti è segno di una crisi culturale del partito della sinistra sarda. Il Pd si sta grillinizzando: propaganda per tutti noi, trattati da allocchi, e botteguccia per i disoccupati d’oro della politica. Nel frattempo, il saccheggio e il degrado sardo continua.
Il fatto preoccupante è che non sia già al lavoro una équipe per individuare le aree idonee; che non si stia lavorando all’ aggiornamento del Piano energetico regionale e che non venga varata una legge per istituire l’Agenzia regionale per l’energia con il potere (e i soldi) di espropriare per pubblica utilità i progetti e gli impianti già autorizzati.
Ma per queste cose serve gente con apparato scheletrico verticale, non quadrupedati della lusinga e della prebenda.
Penso che il vero guaio di tutta questa vicenda e’ che a voglia di invocare la transizione energetica fatta di eolico e fotovoltaico, questa transizione arriva per davvero e se L’Italia deve rispettare degli impegni a livello Europeo, gli impianti si faranno nelle regioni dove c’e’ vento e sole, ovvero Sardegna. Sicilia e Puglia, non certo in Piemonte, Lombardia o nel Triveneto.
Pur non negando che il cambiamento climatico e’ reale, vi siete mai chiesti se la sua causa sono le emissioni di CO2 legate alla combustione dei fossili o forse le cause sono altre? Avete mai letto cosa sostengono sull’argomento eminenti scienzati di riconosciuta onesta intellettuale, indubbia conoscenza scientifica e di grande rigore metodologico come John Cluser, Demetris Koutsojannis, William Happer , Willie Soon e tanti altri?
Oggi sostenere un ipotesi diversa da quella dominante e’ pericoloso, perche’ automaticamente si viene isolati scientificamente e socialmente, stigmatizzati come negazionisti, con un vergognoso parallelo con coloro che negano l’olocausto. Eppure una societa’ e una comunita scientifica aperta non dovrebbe aver paura del confronto tra idee diverse. Credo che stiamo vivendo dei periodi piu bui della storia dell’umanita’. Ma contenti voi…
Hanno tutti ragione
Il fatto è che non risolviamo.lasciamo tutto senza fare niente.ho 82 anni ma i miei nipoti non vedranno la Sardegna ma un cumulo di….
Saro sempliciotto ma se scrivevano che sulla terra eolico non se ne fa più, solo in mare a 40 km, galleggiante e un 5 per cento energia per la regione e sorveglianza tramite pescatori sardi si sistemava tutto
Se il problema non viene affrontato seriamente rischiamo una catastrofe ambientale e turistica.
Campetto, campo, campodefiori, camposanto……..campo largo…..anche questi più incompetenti dei precedenti
È una lotta importante , di popolo e non solo … A quelli ” non solo ” vorrei chiedere perché non si sia stata data importanza sufficiente e visibilità alle lotte contro un altra servitù pluridecennale che occupa e avvelena la nostra terra , le servitù militari …..
A proposito delle azioni di resistenza e difesa della terra in Sardegna, ieri ho visto il film “Anna” del regista Marco Amenda. Film educativo.
……il grillismo conti/toddiano ha poche idee e purtroppo confuse !!!! Far vedere al popolo un certo movimentismo che però non contraddica il dettato draghian/toddiano !!!! Far finta di opporsi alle doeculazioni senza intaccare il già concesso in sede governativa in epoca draghiana quando Todde era al governo in posizioni non marginali ( stranamente non sono state replicate le posizioni no tav e no gas di buona memoria ). Il PD sardo , purtroppo, privo di guida autorevole , si è appiattito alle esigenze grilline espresse a più riprese dal proconsole Licheri ……ed alla Sardegna ed ai sardi ,non resta che subire o combattere come ai tempi di Prato Sardo !!!!!!!
Comandini per ora vive la sua meravigliosa “luna di miele” si ritiene soddisfatto e gli piacicchia essere definito Kingmaker,siamo alle solite….
Ma una équipe e Unità di crisi proite no la ponent? Depet èssere de pessones bene cumpetentes o totu de grillinos e piddinos e campo largo?
Est una chistione de partidos (nàmulis gai) de una magioràntzia 24% de sos eletores chi l’ant votada o una chistione iscandhulosa, ingiusta, assurda, aprofitadora e disastrosa pro sa Sardigna e totu sos Sardos?
Ma inue che zughent sa conca?
Con tutti i soldi che spendono per il SUPERSTAFF di consulenti non potevano includere qualcuno con un minimo di competenza istituzionale?