Skip to content
  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Cookie policy
  • Login
Sardegna e Libertà

Sardegna e Libertà

  • Home
  • Politica
  • Economia
  • Cultura
  • Lavoro e impresa
  • Cronaca
  • Salute
  • Ambiente
  • Stato sardo
  • Toggle search form

Energia, politica e consumo del suolo in Sardegna

Posted on 29 Ottobre 202529 Ottobre 2025 By Paolo Maninchedda 15 commenti su Energia, politica e consumo del suolo in Sardegna

Ieri, L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna avevano circa 30 pagine a testa dedicate agli sfratti di Terna per impianti da realizzare in Sardegna.
Diconsi 30 pagine.
Se consideriamo che una pagina costa circa 5000 euro (e forse di più), solo ieri i due giornali hanno incassato da Terna, in un giorno, 150.000 euro. Questo fatto incide o no sullo sguardo con cui i due quotidiani stanno osservando il consumo del suolo della Sardegna in ragione di una politica energetica italiana che sta infrastrutturando l’isola come la retroguardia di una prima linea di guerra, senza vantaggi per i Sardi e senza alcuna possibilità di partecipazione al processo decisionale da parte di alcuna istituzione sarda? Credo di sì.

Mi fa specie che da un lato il film La vita va così venga preso più sul serio di quanto meriti e eletto, da commedia sociale qual è a film denuncia sul consumo delle risorse naturali e, dall’altro, non si senta una sola voce levarsi sui dati (valorizzati solo dall’Unione, ma quasi di nascosto) sui valori di consumo del suolo sardo rilevati e rivelati dall’edizione 2025 del rapporto Ispra Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. 

L’incremento biennale è stato di 677 ettari sottratti all’habitat naturale, 384 dei quali per il fotovoltaico.
I metri quadri consumati per abitante sono divenuti in Sardegna 4,31, a fronte della media italiana pari a 1,42.
Ricordiamoci che la Sardegna è la terzultima regione della Repubblica, a pari merito col Molise, per densità di popolazione, ma, ciò nonostante, ha un consumo del territorio che è tre volte la media italiana. Posto che nessuno sardo ha abitazioni sovrabbondanti o aziende ad alta infrastrutturazione, è evidente che il dato rivela come la Sardegna sia stata comprata.
Ma ciò che è altamente significativo è la serie storica. Guardate questa tabella:
Ricordiamoci che il Governo Draghi è stato in carica dal 13 febbraio 2021 al 22 ottobre 2022 e che l’attuale presidente della Regione Sardegna, l’ing. Alessandra Todde, per noi sudditi Sua Sentenza, è stata sottosegretaria di Stato al ministero dello sviluppo economico dal 16 settembre 2019 al 13 febbraio 2021 nel governo Conte II, viceministro al ministero dello sviluppo economico dal 1º marzo 2021 al 22 ottobre 2022 nel governo Draghi.
Adesso guardiamo i dati.
La Sardegna ha incrementato l’uso del suolo di 32 ettari in 14 anni, dal 2006 al 2020; dal 2021 al 2023 l’incremento sale di 4 volte quello precedente, 141 ettari; nel biennio 2023-2024 incrementa ancora di 265 ettari.
Sono risultati agghiaccianti per chi ha negato in campagna elettorale l’esistenza dei Decreti Draghi, perché le cifre riguardano tutte le regioni d’Italia e insieme alle date rivelano chiaramente che è intervenuto un fattore generale, e esterno alle regioni, a far schizzare in avanti il consumo del suolo. La Giunta Todde è la Giunta della maggiore incapacità registrabile negli ultimi anni nella difesa del suolo, inversamente proporzionale al potere esercitato dall’attuale presidente prima a Roma e ora a Cagliari. È la conferma che i Sardi hanno messo Dracula a fare il presidente dell’Avis.

Energia, Energie rinnovabili, Vetrina

Navigazione articoli

Previous Post: Si chiama turbativa d’asta, o no?
Next Post: L’omicidio di Saturnino

Comments (15) on “Energia, politica e consumo del suolo in Sardegna”

  1. Mm ha detto:
    30 Ottobre 2025 alle 09:08

    La speculazione! La mancanza di etica!

  2. Mario Pudhu ha detto:
    30 Ottobre 2025 alle 08:27

    Eh no, “balle”, Ariovisto!
    Sas “balle” funt totus “balle”, fintzes cussas de s’ignoràntzia e presuntzione, e po is Sardos funt meda meda de prus is cropos de balla “di Stato”, assinuncas tue de istória de sa Sardigna no ndhe as lìgiu mancu mesa erriga foras cussa chi praghet a tie e no cussa chi interessat totu is Sardos.
    De s’afoghigiamentu chi ant fatu is Sardos po mimi est istória ca dh’apu connotu cun is ogos mios e pelleau e sunfriu e tentu dannu istudandho fogu “fuiu” (prus de unu de candho gente comente male podiat si poniat a abbruxare a solu po “limpiare” su possessedhu timendho is fogos “fuios” , ma mescamente postos apostadamente e fintzas “fuios” po istùpida disatentzione “moderna” (unu de is ùrtimos, “partiu” de gente in pichetada orrostendho pische in Bardosu (in die de bentu forte) at abbruxau mesu sartu de Bolòtene e de Illorai fintzes a is domos de sa bidha totu sa zona de is olivàrios de ambaduas bidhas, e fata sa “pichetada”!
    Ma chi su “disboscamento” dh’apant fatu is “segantinos” calaos de su “Continente” altrimenti detto Itàlia, monarchia e chentza monarchia, est prus seguru meda de cantu est manna s’ignoràntzia nosta ca bieus puru e no nosi narat nudha e prus pagu cumprendheus e prus pagu est importada a is cambaradas de politicantes sardignolos “abbistos” prus interessaos a su “successo” personale.
    Ma “Savoia” o “savoistas” e “savoiardos” cumpréndhiu dh’aus ca seus séculos ‘guvernaos’ a irresponsabbilidade nosta bene coltivada e “guardada”?
    Cosa de miseràbbiles, lah, e cantu disigiada de “savoistas” de totu is “–istas” cun su “fiocco” tricolore apedhiaos a su “successo” personale e no a su guvernu de unu logu e de unu pópulu iscaminau e in isperdimentu.

  3. Tatanu ha detto:
    30 Ottobre 2025 alle 07:34

    @ Ariovisto:
    Che i “Savoia mangiatori di boschi” sia una balla bisognerebbe quantomeno argomentarlo.
    Se la Sardegna nel 1800 bruciava legna 15 (quindici) volte in più delle altre regioni, sarebbe interessante capire il perché. E siccome il dato sembra incredibilmente smisurato (e ancor più se rapportato al numero degli abitanti), verrebbe da domandarsi:
    a) se nel 1800 le case dei sardi erano, a dir poco, spaventosamente riscaldate (sarà da questo che è iniziato il global warming?);
    b) se, per puro caso, una consistente parte di tutta questa legna venisse bruciata soprattutto per produrre carbone; e in tal caso:
    c) che fine facesse questo carbone; non è che serviva per far andare le locomotive o le macchine industriali a vapore in genere? Su quali reti ferroviarie? per quali attività industriali?
    d) le altre regioni del regno, così parsimoniose nel consumo di legna nel 1800, si riscaldavano a soffio? o facevano andare treni e vaporiere con la forza del pensiero?
    Ci illumini, grazie.

  4. Tatanu ha detto:
    30 Ottobre 2025 alle 07:14

    @ Henry
    Egregio Signore, guardi che il problema non è la “colpa delle rinnovabili”. Mi sembra un tentativo (maldestro) di accreditare una visione onirico-ideologica: che quelli che sono contro la colonizzazione del territorio (comprende il significato di “esproprio”?) sono di per sé contro le energie rinnovabili. Un modo come un altro di demonizzare il nemico e scansare il problema. Il quale invece rimane tale: perché mai la Sardegna dovrebbe produrre energia pari ad almeno tre volte tanto il suo fabbisogno, con un consumo selvaggio di terre e paesaggio senza precedenti e senza peraltro ottenerne alcun vantaggio? O anche lei è convinto che più pannelli e pale eoliche si installano qui in ogni dove e più si spengono le centrali attuali? O che ci daranno la corrente “a gratis”?
    Che poi lei non abbia votato l’attuale giunta, non sposta i termini dell’altra domanda: dov’erano quelli che oggi fanno gli indignati a comando quando un certo decreto mortifero, che ha permesso questo scempio e controfirmato da loro stessi, veniva approvato?
    Tutti in bagno? Scusa vecchia, non regge più.

  5. Ariovisto ha detto:
    29 Ottobre 2025 alle 22:24

    Stendiamo un velo pietoso su Alessandra Todde da Nuoro, ma ricordiamo, però, che noi sardi siamo distruttori incalliti del nostro ecosistema. Basta leggere le tabelle di Enea Beccu di quanto bosco veniva bruciato in Sardegna nell800 (15 volte in più rispetto alle altre regioni del regno d’Italia). Poi ci siamo inventati la balla dei Savoia mangiatori di boschi.

  6. Salvatore ha detto:
    29 Ottobre 2025 alle 21:24

    Todde e tutta la compagnia è la continuità del Ciccio Solinas….

  7. Antonio ha detto:
    29 Ottobre 2025 alle 15:09

    prof. io sapevo che le imprese hanno l’obbligo di pubblicare sui giornali gli espropri , che sia un grande imbroglio si sa est energia per il continente in Sardegna non rimane nulla Codrongianus c’è per quello , quello che non torna è il silenzio della Presidente

  8. Antonio Ninchi ha detto:
    29 Ottobre 2025 alle 14:27

    Noi Sardi ci siamo ribellati, firmando in massa per la Pratobello. Questo non va mai dimenticato. Ma se i sardi al comando, che stanno in Via Roma ed in Viale Trento, se ne sono sbattuti ed hanno chiuso quelle firme in un cassetto, che altro possiamo fare? Invadere i palazzi di Giunta e Consiglio Regionale? Non si può dare storicamente la colpa ai “continentali”, se i sardi che occupano a Cagliari i palazzi del potere dormono. E dormono fin dal dopoguerra, altrimenti oggi avremmo anche noi lo Statuto dei siciliani che è di gran lunga migliore di quello che ci hanno appioppato nel 1948. Ah, dimenticavo! Lo Statuto siciliano porta la firma del Re Umberto II. Quello sardo ce l’ha rifilato questa repubblica, dopo che quasi tutti gli intellettuali sardi nel 1946-47 rifiutarono la proposta di Emilio Lussu per adottare anche in Sardegna lo Statuto monarchico. E anche questo va sempre rammentato, con onestà intellettuale…

  9. Henry ha detto:
    29 Ottobre 2025 alle 13:10

    Siamo alle solite è tutto colpa delle rinnovabili, ma forse perché prendono energia in modo naturale, non come le fossili che devastano e distruggono territori e inquinano ambiente con sostanze cancerogene, ma e del gas che deve arrivare in Sardegna tutti zitti non devastano? A dimenticavo io non ho votato attuale giunta.

  10. Raimondo/Mundicu ha detto:
    29 Ottobre 2025 alle 12:16

    Buongiorno,
    Ho letto tutti i dati con mente molto lucida, mi fanno paura perché non è ancora finita qui, se non li fermano ci circondano anche su tutto il perimetro marino…. Ci stanno provando da un paio di anni, ma hanno già iniziato nel SW…
    Alla Todde non gliene frega una beata m…..a
    Bona Die

  11. Carla ha detto:
    29 Ottobre 2025 alle 09:14

    la Presidente uscirà “a reti unificate” per diffondere questi dati come ha fatto per quelli dell’economia? Non credo proprio

  12. Bruno ha detto:
    29 Ottobre 2025 alle 08:33

    Certo che ” sua maestà” Todde le sue colpe ce le ha, ma la colpa maggiore io la attribuisco a tutto il popolo sardo che non si RIBELLA e si oppone a questo scempio. Ho sentito più voci di dissenso dai “continentali” in vacanza nella nostra terra che dai nostri conterranei. SARDU SERBIDORI

  13. A ha detto:
    29 Ottobre 2025 alle 07:55

    E c’è pure di peggio: il consigliere cinquetasche Mandas annuncia sui social (con sguardo ammiccante) che la giunta ha stanziato €49 milioni per la realizzazione di impianti fotovoltaici da parte di famiglie e imprese “A FONDO PERDUTO” per l’abbattimento del costo dell’energia elettrica.
    https://www.facebook.com/share/p/14MgNaEQevJ/
    Non c’è limite al peggio.

  14. Antonio ha detto:
    29 Ottobre 2025 alle 07:36

    Aiutoooo..?

  15. Raffaele Corrias ha detto:
    29 Ottobre 2025 alle 06:47

    Ho un’azienda agricola a poca distanza dall’impianto di accumulo che stanno realizzando a Quartu, sul lato opposto a un paio di km nei comuni di Maracalagonis e Sinnai ormai sembra certo che realizzeranno un parco eolico che taglia in pieno altre aziende agricole e tutto intorno sono circondato dai lavori del tirrenian link. La sensazione è di accerchiamento. Tutto è successo velocemente e nel piu’ totale silenzio soprattutto da parte delle istituzioni che fanno finta di cadere dal pero. Penso che questo sia solo l’inizio.
    Bisogna però che tutti comprendiamo che questa volta non si può stare a guardare aspettando un altro Ovidio Marras a sbrigare la faccenda per tutti, perchè saremo fottuti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ti prometto che crescerai

Cagliari, 27-30 aprile 2025

Racconta una storia sarda

Racconta una storia sarda

Vent’anni di Sardegna e Libertà, Nuoro, 21 luglio, ore 18:30

Racconta una storia sarda

Ultimi commenti

  • Guido Trogu su Il bue dice cornuto all’asino
  • Sardinian Job su Il bue dice cornuto all’asino
  • Antonio su Il bue dice cornuto all’asino
  • Carla su Il bue dice cornuto all’asino
  • Francesco porcu su Il bue dice cornuto all’asino
  • Maria MA su Il bue dice cornuto all’asino
  • Stefano Locci su Il bue dice cornuto all’asino
  • Tappododici su Il bue dice cornuto all’asino
  • Alessandro su Il bue dice cornuto all’asino
  • Luigi su Il bue dice cornuto all’asino
  • Antonio su Il bue dice cornuto all’asino
  • A su Il bue dice cornuto all’asino
  • Mm su Il bue dice cornuto all’asino
  • Mario Pudhu su Il bue dice cornuto all’asino
  • Marco Casu su Il bue dice cornuto all’asino

Nuove province per nuovi disoccupati eccellenti

Nuove province per nuovi disoccupati

Sardegna e Libertà si ispira culturalmente ai valori di libertà, giustizia, sostenibilità, solidarietà e non violenza, così come essi sono maturati nella migliore tradizione politica europea.

Sardegna e Libertà – Quotidiano indipendente di informazione online

Registrato il 7 novembre 2011 presso il Tribunale di Cagliari. Num. R.G. 2320/2011 – Num. Reg Stampa 8
Direttore responsabile Paolo Maninchedda

Copyright © 2022 || Sardegna e Libertà ||

Powered by PressBook Blog WordPress theme

AUTORIZZAZIONE ALL'USO DEI COOKIE. La legislazione europea in materia di privacy e protezione dei dati personali richiede il tuo consenso per l'uso dei cookie. Acconsenti? Per ulteriori informazioni visualizza la Cookie Policy.