Cerchiamo di capire a che punto di perversione logico-procedurale è arrivata la Giustizia italiana. Prossimamente l’ex sindaco di Pesaro, il dem Ricci, cui va tutta la mia personale e inutile solidarietà, dovrà difendersi da un’accusa di corruzione senza poter vedere le carte che i PM ritengono probanti il reato che gli viene contestato. Oggi però non importano queste aberrazioni, interessa la materia del reato. L’ex sindaco Ricci è sotto indagine per aver chiesto a due privati la sponsorizzazione di un evento (il casco gigante di Valentino Rossi) e per aver poi affidato, con delibera di Giunta Comunale, direttamente all’associazione Opera Maestra queste risorse, più cinquantamila euro di finanza pubblica, per la realizzazione dell’iniziativa.
Il problema starebbe tutto nell’affidamento diretto, che rivelerebbe relazioni privilegiate e tali da violare l’imparzialità della Pubblica Amministrazione, con tutto il corredo di reati che i PM d’Italia vi associano, tra cui quello, sovrano, di chiedere e ottenere sostegno elettorale. Il terreno è scivoloso perché gioca sul fraintendimento delle dinamiche del consenso politico (come giudicherebbero i PM un candidato sindaco che durante la campagna elettorale incontrasse un’associazione ambientalista che richieda di vincolare un’area pregiata e che poi da sindaco la vincolasse e ne affidasse la gestione alla stessa associazione? Un sindaco che mantiene gli impegni o un sindaco corrotto?).
È evidente che siamo di fronte agli effetti ancora non ponderati dell’abolizione dell’ abuso di ufficio. Se infatti, da un lato, la magistratura ha abusato della contestazione di questo reato, portando soprattutto i sindaci a reagire e a chiedere a gran voce che esso venisse abolito, dall’altro non era imprevedibile che la magistratura avrebbe reagito cercando altri reati che punissero la stessa fattispecie. La materia, evidentemente, deve essere ripresa in mano.
C’è infatti un punto su cui le toghe hanno ragione da vendere: la discrezionalità di scelta dell’amministratore pubblico non può divenire arbitrio. Può sembrare strano, ma l’arbitrio è maggiore laddove il comune è piccolo, cioè dove non dispone di una struttura amministrativa particolarmente articolata, diminuisce invece nei grandi comuni. Comunque l’arbitrio c’è ed è odioso. Perché un sindaco dovrebbe poter decidere di dare risorse pubbliche a Tizio e non a Caio, avendo come unica motivazione la propria convinzione? I magistrati, contrastando l’arbitrio, tentano di ripristinare la sovranità della legge. Come dar loro torto?
In Sardegna, però, dove il banditismo – o meglio, la pratica a delinquere organizzata – ha origini signorili (e lo si dimentica troppo spesso), le azioni della magistratura vengono studiate accuratamente per difendersene e poter così continuare a fare gli affaracci propri. L’epicentro di questa pratica difensiva è proprio, ma guarda un po’, il Consiglio regionale, il quale, ormai da quasi un lustro, legifera per difendere il diritto all’arbitrio, di chi? Ma ovviamente dei consiglieri regionali.
Siamo nell’imminenza della discussione dell’assestamento di Bilancio, cioè nell’imminenza di una manovra da circa 800 milioni di euro, e già ieri un consigliere pentito di maggioranza e due dell’opposizione mi hanno avvertito che sarebbe stato varato un patto volpino (quello leonino è più presidenziale che consiliare) per il quale ogni consigliere di maggioranza avrebbe un plafond di risorse (tra 1 e 2 milioni di euro) da destinare a piacimento a soggetti e iniziative del proprio territorio. Si sta discutendo quanto lasciare ai consiglieri di opposizione. Da quasi cinque anni, i consiglieri regionali finanziano con legge, e non con delibera di Giunta, e questa è la furbata callidissima, l’alimentazione finanziaria dei loro grandi elettori, ovviamente celati dietro associazioni e iniziative individuate per la loro grandissima rilevanza pubblica, certificata e accertata da chi? Ma ovviamente dall’arbitrarissimo giudizio del consigliere regionale.
È stato più trasparente il comportamento del sindaco di Pesaro o quello dei consiglieri regionali della Sardegna? Ovviamente quello del sindaco, ma il povero Ricci ha fatto la sua scelta con una atto amministrativo di cui porta inevitabilmente la responsabilità, invece il callidissimi onorevoli lo fanno con legge, cioè con un atto per il quale non sono perseguibili (fino a un certo punto, però, cioè solo in presenza di una magistratura che si giri dall’altra parte, perché se un consiglio regionale facesse una legge per liberalizzare l’uso della cocaina, non credo che non ci sarebbe un procuratore che non aprirebbe una procedura per indagarlo e farlo condannare). In qualche modo, l’inchiesta su Ricci è un incentivo, per quanto paradossale possa sembrare, a non fare cose trasparenti e verificabili, e questo in Sardegna è un danno di civiltà giuridica incalcolabile.

Segnaliamo al tale Orrù, che si scrive umbè (molta), tutto questo per la necessità del rigoroso uso dei nostri dialetti. “Ja zi bastha” (già ci basta) quell’associazione che, sicuramente con emolumenti pubblici (per tornare a bomba), ha ricoperto Sassari con cartelli dove scrive i giorni della settimana “ibagliaddi” (sbagliati).
Egr. Prof.
come premessa vorrei sapere se il termine callido che usa per due volte al superlativo assoluto lo fa ,come nel primo caso come furbata “ingegnosissima” o come nel secondo caso quando definendo gli onorevoli callidissimi rinnova il concetto di massima ingegnosità o di massima furbizia? Non che l’ingegnosità non implichi una grande dose di furbizia e viceversa, ma in politica a me piace più l’uomo ingegnoso che l’uomo furbo. Ad es, : a me piace più apprendere che Ulisse fu uomo di multiforme ingegno piuttosto che furbo! E se lo definissi solo callido potrei ingenerare confusione in coloro che mi ascoltano! Ma Lei ha usato quel latinismo, affinchè fossero i lettori a dare l’interpretazione ritenuta più consona ai citati consiglieri! ULISSIACO!!
In merito al contenuto del Suo consequenziale discorso tra l’operato dell’ex sindaco Ricci e le furbizie dei consiglieri regionali che dovrebbero dividersi in modo proporzionale le prebende dell’ aggiustamento di bilancio di 800 miserrimi milioncini se un pò di questi soldini vengono destinati ad irrigare il loro ( di tutti) orticello di casa quasi in malora per la siccità politica in cui da 18 mesi sono impelagati, seppure con diversissimi gradi di responsabilità, solo coltivando zizzania e non una sola spiga di grano produttivo per il bene dell’isola. Infatti la maggioranza /minoranza al governo dice alla minoranza/ maggioranza non facciamo nulla di ciò che chiedete, ma lo zuccherino ve lo diamo per tenervi tranquilli e farvi così intendere che siamo buoni e non meritiamo le vostre immotivate critiche e, soprattutto, nessuno vada a sollevare ulteriori polveroni in piazza Repubblica oltre a quelli per i lavori in corso, peraltro, da voi voluti!
E così si procede, con una sola certezza : il peggio ha da venì disse quello che ingollò una roncola e la ricaò pè i’manico!
Data l’ora , buonanotte!
Caro Proff … come ho già detto ad Altro Proff, (evidentemente è un vezzzo accademico …v. Francesco Pigliaru, sulla sua pagina FBK -ndR ) FOSTEI non può continuare a scrivere articoli cosi complessi ed articolati, specie se così ben circostanziati e precisi, a carta canta soprattutto. Non può continuare a farli senza dottarli di adeguato bugiardino o, sarebbe meglio, allegando quantomeno disegnini a colori quali spiegazioni a margine . Perché vede mio Esimio e Stimato Editore i suoi articoli sono letti da un beh di Gente e va benissimo…. ma mica tutti capiscono ! È che dopo NON aver capito scrivono pure . Eh, dai … non mi pare bello . Bisognerebbe trovare una qualche soluzione . Con immutata stima .
Antonio Multineddu cosa c’entra la legge elettorale con i contributi a Personam la signora Chessa vuole che in regione siano rappresentati tutti anche quelli che prederanno lo zero virgola mentre il dotto Zuncheddu scrive di non mischiare la Pratobello con la legge elettorale ed ha ragione da vendere perchè il cittadino ha firmato per una cosa molto ma molto diversa che è la salvaguardia dell’ambiente, Prof. in Sardegna per non essere indagati si fanno la legge e nessuno potrà dire niente
Intanto, e per sua norma, nel 2018 io non ero più assessore. In secondo luogo, io non ho mai contestato le tabelle allegate al Bilancio regionale, ma la natura personale dei contributi. Le ho chiesto di indicarmi gli emendamenti proposti dal Partito dei Sardi e lei non ne ha saputo indicare manco uno. La tabella che lei indica è un elenco di Comuni che, da ciò che leggo, prevalentemente richiedono stanziamenti per la messa in sicurezza delle opere. E’ cosa ben diversa dal dare i soldi alle associazioni degli amichetti. Se ha bisogno di compagnia, la cerchi altrove.
Professore, gliene cito una.
LEGGE REGIONALE 28 DICEMBRE 2018, N. 48 – Legge di stabilità 2019 – TABELLA D – INVESTIMENTI.
Egregio, le sue affermazioni sono gravi e pertanto la invito a indicare un provvedimento ad personam proposto dal Partito dei Sardi. Sono curioso.
Gentile Professore,
ho letto con attenzione il suo articolo, ma mi preme sottolineare che l’affermazione secondo cui l’attuale operazione – che prevede per ogni consigliere regionale un plafond di risorse – sarebbe una novità degli ultimi cinque anni, non corrisponde affatto alla realtà.
Questa prassi era già attiva durante le legislature precedenti, comprese quelle in cui lei stesso ricopriva ruoli di rilievo, e coinvolgeva anche i consiglieri regionali del Partito dei Sardi.
Anche allora, i fondi venivano gestiti secondo una logica territoriale, con elargizioni determinate dalle richieste provenienti dalle comunità locali.
Per questo, trovo scorretto rappresentare oggi la questione come se fosse frutto esclusivo di una degenerazione recente, dimenticando che certe dinamiche sono ben radicate e hanno coinvolto tutte le forze politiche, senza esclusioni.
Un cordiale saluto.
Ma guarda quanto e’ proprio strana la vita.
Certe cose si da una fatica immensa a comprendere (anche a distanza di tempo, sia chiaro); altre invece ti arrivano addosso e non e’ per niente possibile schivarle, anche se l’orgoglio (e anche qualcosa di piu’ recondito) ti impedisca di pensare.
E’ questo il guaio
Tot provvista a consigliere uguale a Tot machine elettorali. Equazione che, ripeto, malgrado ogni buona corazza esistenziale, arriva a destinazione.
E ci arriva perche’ si sente PUZZA di elezioni! Vero?
Ora esiste un Tuel in cui certi Istituti come la trattativa riservata e’ ampiamente prevista e utilizzarla all’interno di una cornice di impeccabile procedura ma, eh MA, ci sono anche altre cosette legate a cio’ che viene PRIMA del Tuel, PRIMA che si possa dire tizio risulta eletto Caio No , che,..possiamo dire sono un pochino piu’ stringenti?
No, perche’ e non lo dico da Cittadino (talmente ho a schifo la PAROLA) ma qualcuno ha detto delle plateali bugie e non le ha dette al bar .
Lor Signori! ma a che punto siamo con la pesatura di dette Bugie? Sappiamo tutti che dopo Garlasco TUTTO deve essere ben ponderato ma quelle bugie le abbiamo ascoltate tutti.
E questa segnalazione mette in evidenza la necessità dello studio di una nuova legge elettorale, per porre fine all’anonimato politico rispetto alle responsabilità!
Vedi gli interventi di oggi su l’Unione di Lucia Chessa e Sergio Zuncheddu.