Ragionare da indipendentisti e non farsi fregare dal ministro Martina
di Paolo Maninchedda
Come sempre partiamo da parole certamente pronunciate e non smentite e citiamo solo documenti ufficiali.
Il ministro delle Politiche Agricole della Repubblica Italiana, quando venne a Cagliari a sostenere il Sì per il Referendum costituzionale sulla riforma Renzi, disse: «Nei nuovi bandi degli indigenti che si apriranno nelle prossime settimane ci sarà spazio anche per il Pecorino romano e assicuro che la leva dei 14 milioni si potrà utilizzare in parte per lavorare sul pecorino, cioè per un po’ di ritiro di quantità di pecorino a sostegno degli indigenti». Poi aggiungeva che esisteva «il problema di allineare i tempi di pagamento soprattutto sul settore agricolo». Il ministro italiano che durante la campagna referendaria aveva detto che avrebbe fatto qualcosa per l’inserimento del Pecorino romano nel bando indigenti e poi, a gennaio, non ha riconosciuto a questo prodotto lo stesso trattamento riservato l’anno precedente ai prodotti allora in crisi, ieri, in televisione, ha ricevuto anche pubblici ringraziamenti: siamo alla sindrome di Stoccolma in stato di purezza. Non penso si debba ringraziare alcuno per una sperequazione così evidente, ma non si riesce a vederla e a contrastarla finché non si ha coscienza del proprio diritto e si fraintende un’elemosina, per di più ingiusta, con un beneficio fondato sul diritto.